Mekong, il Nilo del sud est asiatico: una strada, un sogno finito

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Non c’é modo migliore per concludere un viaggio nel sud est asiatico che percorrere il suo fiume da cui dipende l’esistenza di diversi milioni di esseri umani distribuiti lungo le sponde di sei paesi: Cina, Birmania (Myanmar), Laos, Thailandia, Cambogia, Vietnam.

Un mondo complesso di popolazioni giunte tanti secoli fa soprattutto dalla Cina stabilitesi lungo il percorso delle sue acque fluttuanti. Solo ora questi popoli spinti dalla speranza di un’esistenza migliore lottano per realizzare le loro aspirazione ad una vita sociale meno gravosa più libera e democratica. Il fiume nasce in Cina con il nome di Lacang scende tumultuoso dall’Himalaya stretto in numerose gole, per allargarsi tra le colline del Laos settentrionale.

Laos Kang Si cascate 38100

La Cina nella sua evoluzione economica e sociale ha costruito undici dighe idroelettriche nel tratto del Mekong che scorre nella provincia dello Yunnan, convincendo Myanmar, Thailandia e Laos dei vantaggi che ne sarebbero derivati per l’agricoltura e per l’elettrificazione, creando invece la loro diretta dipendenza. La protesta della Thailandia a nulla é valsa anche perché Cambogia e Vietnam tacciono. Attualmente in Laos sono allo studio 4 progetti per la distribuzione dell’energia elettrica, ma non tutti approvano la costruzione di barriere su un territorio comune a stati dove il flusso delle acque é condizionato dall’arbitrio dei governi. I cinesi molto interessati alla navigabilità del fiume, nel 2004 hanno fatto saltare con la dinamite una serie di rapide nel tratto laotiano rendendo accessibile il fiume ai grossi cargo. Gli Stati Uniti attualmente finanziano associazioni locali per la difesa del fiume scontrandosi con gli interessi della Cina soprattutto per quanto concerne lo sfruttamento delle sabbie del fiume. La Cina ha consumato tra il 2011 e 2013 più sabbia di quanto gli States ne abbiano usata in tutto il XX secolo. La sabbia così preziosa per le costruzioni é la seconda risorsa più consumata al mondo dopo l’acqua.

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Il Mekong divide la Birmania dal Laos  e dalla Thailandia per più di 200 km.

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Dal punto di vista turistico il corso del fiume offre viste uniche su aggrovigliate foreste e su coltivazioni; spaccati di vita agricola dal carattere antico. In Thailandia a ridosso del fiume la gente coltiva in prevalenza cavoli e fagioli. Non mancano splendidi alberi da frutta di carnosi e succulenti frutti come mango, cocco, papaya banane che in Europa si sono potuti apprezzare molto tempo dopo la loro esistenza.

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Nel tratto dal Myanmar al Vietnam i circa 70 milioni di abitanti coltivano riso. Le risaie formano geometrie di un intenso verde smeraldo e di una bellezza tranquillizzante. Il riso è l’alimento principale di tutte queste popolazioni. Un vecchio detto dichiara: “i vietnamiti piantano il riso, i Khmer stanno a guardare, i laotiani si fermano a guardare il riso che cresce”. La realtà é ben diversa, i regimi hanno lasciato le popolazioni affamate e con scarse riserve d’acqua potabile.

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La bella capitale del Laos Ventiane é l’antica Wieng Chan, che definiva se stessa “capitale del regno di un milione di elefanti e di tre milioni di pagode”. Dal punto di vista estetico il tratto del Laos é uno dei più belli, Il colore caramello delle sabbie lo rende speciale. Da Huay San a Luang Prabang nel XII secolo si poteva ammirare un insediamento con 65 pagode quando il resto del paese  era una giungla abitata da cacciatori di schiavi, sede di minoranze Lao Hue, Lao Koa e da Hmong ex coltivatori d’oppio arrivati dalla Mongolia. Fino agli anni ’90 del XX secolo il 60% dell’eroina smerciata in Europa si produceva qui e l’80% riforniva New York.

 

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All’università di Chiang Mai  in Thailandia i docenti cercano di sensibilizzare le autorità sulla scomparsa delle diversità culturali. Anche dal punto di vista geologico s’avverte un impoverimento perfino nel linguaggio che definisce i diversi minerali, con conseguente indebolimento della biodiversità che era il vanto della zona. A Neak Leung si attraversa il fiume che taglia in due parti la Cambogia da nord a sud. A Cai Rang non lontano dal confine cambogiano si può ammirare il più grande mercato galleggiante sul fiume. I mercati galleggianti sono il regno delle donne che indossano i tipici cappelli conici, arrivati da noi come souvenir ai tempi della guerra americana in Vietnam.

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Prima di costeggiare il fiume si attraversa Ho Chi Min city l’ex Saigon la città più grande e popolosa del paese, il lungofiume é un vivace percorso pieno di colore e di vita dove le bancarelle di cibo assai accattivante sprigionano nell’aria esotici e penetranti profumi. La riva orientale del Vietnam occupa una parte del delta alla fine dei suoi 4300 km, detto dai vietnamiti “il fiume dei nove draghi”, le sue acque si gettano nel Mar Cinese Meridionale. (Testi e foto di Gabriella Pittari)

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Della stessa autrice: THAILANDIA DEL NORD  MYANMAR, LE VERE RADICI DEL SU EST ASIATICO  MIANMAR, LE ANTICHE CAPITALI PEGU (BAGO) E MANDALAY

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