Lungo la via incantata, William Blacker

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  "Qualche volta credevo di sognare. Fuggito dalla modernità, ero approdato in una terra lontana, dove nessuno poteva trovarmi, e ci potevo stare finché volevo".

 

 

“La Romania senza gli zingari é inconcepibile come l’arcobaleno senza i colori e la foresta senza gli uccelli” (Konrad Bercovici)

Nel 1990 del secolo scorso, il giovanissimo viaggiatore inglese William Blacker partì in pieno inverno per la Romania dove passò quattro anni tra il Maramures e la Transilvania, si fermò ospite a casa di una poverissima famiglia del Maramures. All’epoca si veniva quasi sempre ospitati. William cominciò a vivere con quei contadini come un figlio, quello che la coppia purtroppo non aveva avuto. S’inserì nell’ambiente partecipando ai lavori della campagna. Imparò a fare il contadino, vivendo con la comunità tutti gli avvenimenti di quel nord povero ai confini con l’Ucraina. Partecipava ai balli e alle feste in cui tutti indossavano i costumi tradizionali, che erano anche gli abiti della festa. La sua famiglia fece fare per lui un abito tradizionale. Epico é il racconto dell’uccisione del maiale per la celebrazione del Natale. Meno teatrale del rito del maiale visto nel film “Novecento” di Bertolucci ma descritto in modo altrettanto cruento e tragico, dato che il povero Gregor (il maiale) era diventato un animale di famiglia. Per completare la conoscenza del Paese andò in Transilvania dove trascorse un tempo sufficiente per conoscere e fare amicizia con una famiglia di transilvani che lo ospitarono e gli parlarono dei loro dubbi e dei problemi che li frenavano dall’andare in Germania. Alla periferia del villaggio entrò in contatto con un insediamento di zingari. S’innamorò della giovane e bella Natalia (ritratta sulla copertina del libro) con cui cercò di stabilire un rapporto che con alterne vicende, naufragò. I suoi genitori romeni, e gli ospiti transilvani, gli avevano vivamente sconsigliato di fare amicizia con i rom, ma l’amore…Questo dimostra che gli zingari anche allora erano tollerati, non amati. William non condivideva il pericoloso e approssimativo modo di vivere di quelle famiglie, lo preoccupava; il loro era un mondo arrabbiato e violento. Quelle famiglie erano diventate stanziali perché uomini e donne cantavano, suonavano e ballavano ingaggiati per le feste e i matrimoni.

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Blacker era abbagliato da quel mondo così diverso da quell’altro al nord della Romania, chiuso, laborioso, contadino. Il divario tra lui e i rom era profondo, c’era troppa violenza; decise di ritornare dalla sua tranquilla famiglia nel Maramures. Passato del tempo però ebbe nostalgia della Transilvania e della sua zingarella Natalia. Ritornò anche per capire se “la cotta” gli fosse passata. La trovò accasata con un giovane della sua comunità. La famiglia di Natalia lo ospitò ugualmente. William visse un lungo periodo a casa del fratello e della sorella Marishka, anche lei molto bella, la si può conoscere dalle foto inserite nel libro. Abitando per un lungo periodo a casa con Marishka finì per innamorarsene. Lei era tranquilla e dolce, con lei trascorse un periodo spensierato. Si sposarono alla rom, cioè andarono a vivere insieme. Lui comprò una di quelle case del ‘700 abbandonate dai transilvani tornati in Germania grazie all’aiuto finanziario del governo tedesco. I due giovani vissero insieme tre anni felici non senza difficoltà create soprattutto dagli abitanti del paese che vedevano “di mal occhio”un inglese accasato stabilmente con una rom. I due giovani passavano le loro serate nella sala della comunità a chiacchierare, bere e giocare a scacchi. Ogni tanto William andava a trovare il suo padre romeno. Ci andò anche con la sua compagna che fu ben accolta. William aveva organizzato una fattoria e non lavorava più la terra. Avendo molto tempo libero s’interessò al patrimonio di case e chiese abbandonate dai transilvani cercando di salvare quelle abitazioni uniche, abbandonate al loro destino. S’impegnò a proteggere le chiese barocche scrigni di preziose pale d’altare fiamminghe dipinte appositamente per quelle chiese. Durante la sua permanenza in quel luogo fu rubata una pala, che per fortuna venne recuperata. Col passare del tempo la vita con la sua bella Marishka si complicò. William la lasciò e tornò in Inghilterra. Non passò molto tempo che la sua compagna gli fece sapere che aveva avuto un figlio e che era certamente suo. William tornò in Transilvania per accertarsene. Il piccolo era così simile a lui da non lasciare dubbi. Lo riconobbe lasciandolo crescere con la madre in quella comunità libera e a suo modo felice. Nel 2007 andò a trovare il suo padre romeno, per fargli conoscere il suo bambino. Il giovane inglese diventato uno scrittore ci racconta questo periodo della sua vita trascorsa al nord della Romania in un paesaggio campestre rimasto arcaico ancora ai nostri giorni. La sua esperienza con la ragazza rom é un racconto incredibile, come un romanzo che trasmette gioia e tristezza per la fine della storia. L’esperienza di William Blacker è particolare e unica trascorsa in un Paese degno di essere visitato. Le più belle foto del mondo Rom