Brasov, Sibiu, castello di Bran
Abita veramente qui Dracula?
Campi assolati di girasoli
nella pianura romena. Li osservo stupita sfilare dal finestrino
in monotona corsa. Sull’attenti,
presenti, accompagnano fedeli
l’alto percorso benigno nel cielo…( Girasoli di Maria Grazia Ferraris)
Le belle pianure ondulate punteggiate del giallo dei grossi girasoli s’alternano a campi di granoturco verde cupo in una successione di colori intensi. Sui prati pascolano tranquille mucche, un ambiente bucolico diventato raro dalle nostre parti. Siamo sulla strada che porta a Brasov. Brasov trasmette nel suo nome il ricordo turco e il tentativo di resistervi, infatti Barasu vuol dire fortezza: i latini la chiamavano Corona, forse in onore alla sua coreografica cerchia di monti. La città si trova al limitare di un bosco abitato da così tanti orsi che spinti dalla fame qualche volta si piombano in periferia a frugare nei cassonetti. A parte questa nota folklorica e senza tener conto della squallida periferia, il centro di Brasov mi ha entusiasmata. In estate gli ombrelloni dei ristoranti invadono le strade diffondendo una gaia atmosfera di festa permanente. Le facciate dei palazzi color pastello hanno profili goticheggianti e decori fantasiosi, nei tetti scoscesi sono inseriti romantici abbaini in case già belle di per se. Altri palazzi del ‘700/‘800 arricchiti da bowindow circondano il centro in una cerchia più larga dove convivono con case di stile liberty, alcune presenti anche nelle vie più centrali. La chiesa evangelica é gotica, la chiamano chiesa nera, s’annerì a causa di un incendio. All’interno conserva una strepitosa collezione di tappeti, il vanto commerciale della Transilvania. Brasov era il centro di raccolta dei tappeti dell’Anatolia e dell’Asia Centrale venduti in tutta Europa. Li vediamo stesi sui tavoli del pittore Vermeer e sotto i piedi delle madonne del Lotto. In lontananza sulla collina il castello sorveglia dall’alto la bella Brasov.
Un altro castello c’aspetta, il castello di Bran, (foto di testata) che vuol dire porta: era l’accesso alla Transilvania. Andarci è come capitare su un set cinematografico. Lungo la strada che conduce all’ingresso è un susseguirsi ininterrotto di bancarelle di souvenir pieni di scolaresche schiamazzanti, tutta colpa dello scrittore Bram Stoker che arbitrariamente nel suo romanzo “Dracula” ha eletto Bran a sede del principe valacco Vlad Tepes Dracul. La fama di Dracula ha fatto diventare questo turrito castello una località presa d’assalto dai turisti.
Quando poi tutto tace, eccoci davanti alla ripida scala d’ingresso al castello in scenografica posizione a picco sulla stretta valle verdeggiante. Per fortuna Bran conserva la sua dignità medievale negli intricati passaggi e cunicoli all’apparenza segreti, rallegrati da splendide stufe di ceramica bianca e blu con disegni floreali riprodotti sulle camicette ricamate delle ragazze rumene. Le torri tonde di diverse altezze, quadrate, cilindriche, a tamburo bianche con tetti rossi creano diabolici diversivi che fan pensare a nascondigli perfetti. Affacciato su un bosco scintillante, il fantasioso castello di Bran ci fa sentire in balia di ululanti lupi affamati, o sarà la suggestione del libro di Stoker?
E’ ora di rituffarsi nel paesaggio rumeno, siamo in montagna,attraversiamo le stazioni sciistiche di moda ai tempi della belle époque rumena, rimasti luoghi vacanzieri anche nei peggiori momenti della dittatura di Ceausescu. A Sinaia si ammirano regge-castelli ottocenteschi di principi e granduchi. Attraversiamo il viale centrale con aiuole fiorite e alberghi giganteschi in stile pseudo sovietico, infine raggiungiamo Sibiu. A Sibiu, capitale europea della cultura nel 2007, si entra nella rettangolare piazza grande, Piata Mare (mare vuol dire grande!) un semicerchio di palazzi dai doppi tetti scoscesi con abbaini ammiccanti come occhi socchiusi dietro ai quali si alza l'originale campanile piastrellato della cattedrale evangelica, circondata da cappelle simili a casette. Nella città alta c’affacciamo su un “mare” di tetti rossi. Lasciato il sipario teatrale della piazza, una scala in discesa sotto un arco porta ad altri quartieri. A Sibiu ci sono molte chiese, s’impone la cattedrale ortodossa d’inizio '900 in stile neo bizantino. D’impronta medievale é la piazza piccola, Plata Mica, una tipica piazza commerciale circondata di botteghe sotto un portico ad arcate. La città fu distrutta dai mongoli nel 1241, risorse grazie ai commerci. Molti palazzi appartenevano a ricche gilde d’artigiani che dovettero fortificare la città a loro spese. In seguito la cinta muraria fu rafforzata da un’altro giro di mura. (testi e foto di Gabriella Pittari)
Romania che non ci raccontano Romania - Maramures Transilvania prima parte
vedi le foto dell'orso fotografato da Emanuele Congiu