“Chiudere gli occhi è viaggiare, vedi più cose di quelle che potresti raccontare”.
E’ così che a casa dopo il viaggio, quando pensi al percorso e alle cose che hai visto, si ripresenta un paesaggio talvolta diverso. Del tutto, rimane solo quello che ti ha colpito, non sempre è il meglio. E questo è molto di più di quello che sto raccontando.
Samos come arrivare, cosa vedere.
Arrivi in aereo e atterri in un luogo proprio sul mare: Pithagorio. Una vettura a noleggio potrebbe essere una scelta. Se non hai tempo o se arrivi tardi c’è sempre un taxi fino a Samos, la città principale e golfo con magnifiche visioni. La città si presta per l’escursione nell’isola. La strada che conduce lungo la costa settentrionale presenta l’immagine dell’isola ben organizzata e pittoresca. Lungo il percorso si incontra qualche esempio di architettura religiosa dove vive l’atmosfera conservata dalla solennità di un raggio di luce che penetra e invita a contemplare icone e oggetti ivi custoditi.
Dopo dieci chilometri si arriva a Kokkari, pittoresco villaggio di pescatori, ancora con modeste tradizionali imbarcazioni, casette bianche e lungomare meritevole di visita con negozietti e ambienti di ristoro. La spiaggia cittadina, di sabbia e ghiaia, è attrezzata ed ha un mare trasparente e bellissimo. La sorpresa maggiore arriva verso Potami dove la costa e gli scogli creano lo scenario migliore sino ad ora visto. Dall’alto una bianca chiesa domina il panorama e accompagna la visione della sottostante spiaggia. Le eccitanti emozioni che si provano in questo litorale fruttificano nelle molte immagini che porti a casa accompagnate dal ricordo di una giornata assolata, silenziosa, con spiaggia gratuita (solo consumazione per l’ombrellone e sdraio) che rivive e resterà a lungo nell’intimo.
Samos giro dell’isola, scorci e paesaggi.
Per completare il giro dell’isola si scende al mare sulla costa meridionale lungo una buona strada di mezza montagna che nella sua, a volte anche rapida, discesa induce lo sguardo verso panorami confezionati di lunghe spiagge, di aree diradanti alternate da non folti boschi, e di qualche aereo che sembra atterrare sul mare, all’aeroporto di Pithagorio situato proprio al di sotto.
Da Samos, il giorno seguente, in macchina, non può mancare la visita (fino a dove è consentito il suo passaggio) di Vathy, la parte antica, dove intrappolati tra le case e le stradine di un’epoca passata, esiste la certificazione di quanto sia stato difficile viverci dentro e quanto sia piacevole oggi penetrarla a piedi con spazi aperti sul panorama del golfo. Una singolare opportunità per apprezzare un turismo miscelato di antico e moderno.
Samos, il golfo di Pytagorio, e la visita al monastero.
A Pythagório, consegnata la vettura, ci si accorge che è la città dove si può trascorrere alcuni giorni in relax tra le sue sabbie. La sua posizione consente di concludere una settimana di vacanza vissuta compresi i giorni trascorsi a Patmos, l’isola di San Giovanni l’evangelista. Pitagora, matematico e filosofo nato nell'isola, dà il nome a questo villaggio. La sua statua guarda il mare e attende i turisti interessati ad una scoperta di questo porto e del suo entroterra. L’accoglienza di hotel e pensioni è molto diffusa e tanti letti a disposizione sono in grado di accontentare le pretese più facoltose e chi preferisce scegliere B&B a prezzi più contenuti. Il Museo archeologico, il Castello di Loghotetis e il Monastero di Panagia Spiliani sono i principali luoghi di interesse.
La fortezza, il Castello di Loghotetis,che difendeva la città, domina il mare ed è a pochi passi dal centro storico. Soprattutto, Panagia Spiliani, il monastero vale una visita. Se possibile raggiungetelo a piedi attraverso sentieri che salgono dalla spiaggia. Passeggerete in leggera salita, ma godrete di una immersione in quelle che sono le vere coltivazioni di questa isola. Oliveti, fichi, cipressi, mandorli sono i custodi di questi tratturi, solcati da pecore e capre, e fiori selvatici ed erbe odorose sono i tutori responsabili di questo contesto. Casolari diroccati custodiscono vecchi reperti etnici, mentre le case dei contadini o dei pastori hanno l’aspetto di primitive dimore, dove attrezzi e suppellettili, fermi da tempo, sono popolati da animali da cortile.
Se avvicinandosi il monastero poco rende l’immagine della sua maestosità, una volta sul posto ci si trova a confronto con un panorama solenne che abbraccia la città, il mare, l’aeroporto e i siti archeologici nelle vicinanze.
Una grotta custodisce da alcuni secoli testimonianze di fede e, un cammino intriso di umidità e sdrucciolevole, porta all’adorazione di un luogo particolarissimo: una chiesetta consacrata alla vergine Maria circondata da una fonte d’acqua che la tradizione vuole miracolosa.
Una nota: il monastero è proprio di fronte al balcone dove sono ospite. Visitato nell’ultimo giorno e osservarlo ora a casa, il monastero diventa meditazione:
Oh! sacro eremo che ti mostri
Tra cipressi e mandorli e fichi
Alti e invitti lungo il crinale
Lasciati ancora da me cercare
Nell’ampio sogno dedicato a Samos.
(Testi e foto di Fernando Da Re)
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Un libro che fa riflettere