Ulan Udé, capodanno al Datsan

aforismidiviaggio Ulan Ude festa in piazza 011

Tutto è speciale

sotto l’enorme faccione

di Lenin diventato

un compagno di giochi.

(seconda parte)

 

Fa molto freddo meno 30°, perciò entriamo con gioia nella sala del monastero invaso da una gran folla. Il lama Candido sembra ipnotizzato sul suoaforismidiviaggio Capodanno al dazan 002 trono, ci viene il sospetto che non si sia mosso di lì, ma quando gli passiamo vicino ci fa un cenno e chiede in russo se ho il permesso fotografico. La gente entusiasta e partecipe si schiera ai lati della sala formando un corridoio, due monaci soffiano in lunghe trombe dal suono rauco e sordo. La cerimonia termina con una breve processione allaperto, un lama porta fuori il simulacro di una pagoda fiammeggiante, in unatmosfera da ghiaccio “bollente”. Poi infine viene acceso il fuoco che consumerà il vecchio anno, ripulendo il mondo dal brutto del passato, auspicando un anno migliore. Dopo la mezzanotte tutti a casa.

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Il giorno seguente prima dell’alba assistiamo alla cerimonia dei doni agli anziani, eteree sciarpe di seta bianca che i fedeli appendono alle statue di Buddha. E’ ancora buio, quando ci avviamo per una passeggiata nella natura congelata, sferzata da un venticello perfidamente gelido, per rendere omaggio alla collina dello sciamano scolpita di graffiti dell’età del bronzo (Jangazhinskaja dolina obo-shaman). Solo, in un vasto spazio si trova un cedro siberiano intirizzito, sembra un extraterrestre - sarà la suggestione? Forse è lui il vero sciamano.

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Torniamo che il sole sta nascendo per quelle poche ore concesse all’inverno e andiamo finalmente a fare colazione in una casa privata. Sarà indimenticabile: un’abbondanza di leccornie, morbide, dolci, appetitose e calde. Un tè fumante dal samovar ci rifocilla completamente. Siamo pronti per proseguire, andiamo sulla piazza centrale di Ulan Udè dove oggi, che è la festa di tutti, si balla e si gioca: Buriati e Russi, tutti insieme, nei loro abiti tradizionali. Viene offerto a tutti un bicchierino di grappa di riso, bianca, opaca, rigenerante. Le persone si raggruppano formando due cerchi, uno nell’altro, continuando a generare cerchi. Altri chiamati da un megafono si radunano secondo il segno zodiacale del calendario cinese. Ci sono aforismidiviaggio Ulan Ude festa in piazza 016persone mascherate. Riconosco le maschere che i monaci indossano durante le cerimonie nei monasteri anche in Ladak e Buthan. Tutto è speciale sotto l’enorme faccione di Lenin diventato un compagno di “giochi”. Le giovani russe sfoggiano splendidi fazzoletti fiorati e ballano al suono della fisarmonica, sono molto belle, è un piacere vedere questi e quelli, così diversi, che si divertono insieme. Quando è ora di pranzo la riunione si scioglie e si va a casa per un altro pranzo speciale.

Più tardi visitiamo Tarbagatai un villaggio di Vecchi Credenti. La riforma del patriarca Nikon nel XVII secolo decretava la correzione degli errori di traduzione dei testi biblici provenienti dal Monte Athos. Non tutti accettarono le modifiche del testo e della liturgia ritenuti ormai sacri, perciò intoccabili. I dissidenti-scismatici furono perseguitati dallo zar Alessio e condannati alla Siberia. La persecuzione fu drastica e terribile come solo i russi sanno fare. A guidare i condannati in Siberia fu il monaco Avvakum, già aforismidiviaggio Ulan Ude festa in piazza 015patriarca dal 1665, fondatore dello scisma (in russo raskol). Avvakum finì immolato sul rogo, e diventò il santo dei Vecchi Credenti. Non a caso il principale personaggio del romanzo “Delitto e Castigo” di Dostoevskij si chiama Raskolnikov. Il grazioso villaggio di casette di legno con le finestre azzurre sembra un villaggio in miniatura se non fosse per qualche pecora che si ripara dal freddo vicino ai muri da cui pendono stalattiti di ghiaccio. Avvakum ha lasciato ai posteri la sua autobiografia, vero capolavoro della letteratura russa. Di alto respiro sono anche le sue lettere a Feodosija P. Morozova, la ricca possidente spedita in Siberia dallo zar, immortalata in un famoso quadro di Vasily I. Surikov che si può vedere alla galleria Tretjakov di Mosca. Memori di tanta storia entriamo nella casa dall’aspetto zingaresco, dove ci aspettano alcune signore con al collo vistose collane d’ambra e piccoli gioielli nei capelli. Ci offrono il tè, poi cominciano a cantare armoniosi cori di chiesa e antiche canzoni popolari. Passiamo con loro un po’ di tempo ascoltando i loro racconti di vita e di fede. Quando ce ne andiamo ci sembra di conoscerle già da tanto tempo. (testi e foto di Gabriella Pittari)  

leggi anche prima parte Siberia, capodanno buddista a Ulan Udé

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