Da qualche anno Chefchaouen è il nome della città marocchina che viene suggerito per una visita fuori dalle convenzionali mete.
La città blu del Marocco, merita sicuramente di essere visitata, con una escursione da Fes o da Rabat, ma ancor meglio da Tangeri. Si tratta di una piccola cittadina sopra i 600 metri di altitudine, ai piedi del gebel Tisuqa, che gode di particolare posizione tra le colline e la vallata.
Quando era un insignificante villaggio, isolato e dai confini sorvegliati, nei primi anni del 1400, vennero trasferiti gli andalusi musulmani dopo la loro cacciata dalla Spagna. Gli esiliati, compresi ebrei, costituirono una loro civiltà fatta su modello andaluso. Mantennero la lingua, le costruzioni, le occupazioni, il modo di vivere insieme. Nacque una città dal tracciato irregolare, con piccole vie e scalinate, con decorazioni di facciate e muri in azzurro e bianco, tetti coperti di tegole brune,e botteghe artigiane di ogni genere. Anche contadini e allevatori presero la loro rivincita e diedero vita ad una vivace comunità. Ma sempre isolata.
Ora a riscoprire ed ampliare la fama di questo villaggio, nel frattempo divenuta cittadina, ci ha pensato il turismo. Il turismo ha costruito la strada a quattro corsie, i parcheggi, gli hotel, ha invitato gli abitanti ad organizzarsi nei diversi settori di trasporto, di ristorazione di accoglienza. Antiche Riad famigliari sono diventate suggestive camere per ospiti, i monumenti storici modesti musei che meritano una visita.
Ma quello che più attrae è la multiforme e irregolare conformazione dei vicoli, i colori (blu e bianco in particolare) che ravvivano ogni muro scrostato e suppellettili stradali, i negozi di artigiani e venditori con le porte aperte dall’alba alla notte. La gioia dei numerosissimi turisti che arrivano per la visita è incontenibile: nella trattativa del prezzo, nel rito del the alla menta, nell’appagante passeggiata al torrente, nell’escursione alla moschea Spagnola, nella passeggiata nella piazza Uta el-Hamman passano le ore di euforico intrattenimento. Immergersi nella Medina è una emozione dal fascino andaluso. Tutto è segnato da una festosa vivacità che si conclude alla sera presso i molti punti di ristoro (azzardiamo a chiamarli ristoranti) a bere acqua (proibito l’alcol) a degustare l’immancabile Tajin di carne, pesce o verdure e spezzare il gustosissimo pane caldo. Un solo giorno non è sufficiente a scovarne il sentimento profondo. Un esempio: Chefchaouen, Marocco. Ubiquità di un artista.
Grazie alla collaborazione del viaggio a Agenzia 15viaggi.it
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