I motivi da mettere in discussione per cui uno preferisce viaggiare da solo, sono talmente tanti che difficilmente se ne troveranno due simili.
Ognuno ne avrà uno personale a conferma del fatto che la diversità di pensiero arricchisce l’eredità dell’umanità. Ma se è vero “che un limite del nostro tempo è dare troppo spazio alle opinioni e poco al pensiero” (G. Baget Bozzo) è pur vero che “il pensiero è una terrazza aperta su se stessi” (V. Magrelli). Allora sediamoci in terrazza per uno spensierato viaggio di opinioni.
Partire da soli significa essere impavidi? Viaggiare da soli ci rende più forti? Ci si potrebbe fermare su queste considerazioni per esporre una serie di ragioni legate alla disposizione intima personale di affrontare una partenza, un viaggio. Una considerazione da fare è la seguente: Il viaggio da solo rende l’autore più forte o viaggia da solo soltanto chi possiede già la forza di farlo? E quale forza gli serve? Interiore, fisica, culturale? Costanza Bianchi, Queensland University of Technology, sostiene che “Viaggiare da soli aiuta le persone ad aumentare la sensazione di avere maggiore controllo sulle proprie vite e sulle proprie azioni. Non solo. Viaggiare da soli stimola anche la riflessione e aiuta nella scoperta di sé”. Certo occorre coraggio subito e durante. Iniziare una storia da solo ha dell’avventuroso a cui bisogna essere preparati a superare momenti di difficoltà oggettiva riguardante i mezzi che hai portato con te, situazioni che accadono senza preavviso, altre alle quali vai incontro con il giusto coinvolgimento, ma che si manifestano in modo diverso da come l’hai calcolato.
Ci sono quelli che viaggiano in solitaria perché: è una necessità interiore; primo o poi dovevo farlo; per superare le paure;per avere la mente libera al pensiero, alla meditazione; nulla di quello che vedi da solo è uguale se visto insieme; decido l’itinerario, dove fermarmi, cosa vedere, non litigare; scelgo quello che devo fare in piena autonomia e sensazioni; lungo la strada non si è mai soli, sei tu a scegliere le numerose compagnie degli incontri; l’imprevisto può determinare un vantaggio; sono ottimista; la strada è maestra di vita;
Ci sono quelli che non viaggiano soli perché: è una noia mortale; è pericoloso; non ho nessuno per condividere la sera; gli altri mi dicono che sono un matto; non ho il coraggio, non ho mai provato, non me la sento; le paure della strada; incertezza di muoversi; l’imprevedibile; sono pessimista; aver paura di fare i conti con se stessi sia nelle cose buone sia nelle debolezze; è la prima esperienza; non è la prima volta; e se mi ammalo?
Inutile assegnare la palma del vincitore a una di queste categorie di viaggiatori. Spesso chi osserva qualcuno allontanarsi per un viaggio in solitaria lascia trasparire più timori di colui che si sta allontanando con cuor leggero. “A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, solitamente rispondo che so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco”. (M. de Montaigne)