Max Mauro
La Bici sopra Berlino
Nel volume“ La bici sopra Berlino”, Max Mauro rivisita e indaga un mondo dal quale era stato affascinato anni prima. Non immagina, sogna senza chiudere gli occhi. Scopre fantastiche realtà.
Un viaggio a volo d'angelo, in una Berlino dove Siegfried Kracauer diventa il suo angelo (più o meno custode), invisibile, invocato e presente. Da lui si fa condurre, sopra una città dove appaiono, come in un film, personaggi noti, che non si fanno scoprire, o che sorpresi non vengono riconosciuti. Gli Angeli, quelli in cui crede, sono entrati nella sua vita attraverso i racconti della nonna, con le ninnananne che lo aiutavano a chiudere amorevolmente gli occhi in tenera età. Fuori dalla religione i nuovi angeli si presentano sopra un trapezio in “paillette sgambato”, in Waldermastrasse oltre il muro, davanti al negozio di Goebenstrasse e sempre dove la sua curiosa memoria lo porta a cercare. Incontri per confidare desideri o condivere segreti. Un modo personale, questo di Max Mauro, per descrivere una Berlino rinnovata, con i parchi a “braccia spalancate” verso chi li percorre in bicicletta. Occasione per parlare del muro,” misterioso ma non angosciante”, per descrivere quartieri e personaggi. Occasione per descrivere Windbeutel e Backerei, gustare birra e currywurst e, uber alles, far comprendere il suo amore per i libri e la biblioteca statale. Una filosofia emozionale attraverso una scrittura giovane, vivace, dotta, mai enfatica. Un modo per parlare di bicicletta, di piacevoli sensazioni a “due ruote”, ma anche di regole e consigli per non subire incidenti, di parcheggi e di furti, di manifestazioni ciclistiche e della grande associazione ADFC. Salti nel passato per ricordare, immagini per essere lette in futuro. Manca, a mio avviso, solo un Angelo che possa far notare quante emozioni dia il Muro abbattuto e ora ridecorato, le croci lungo le strade, le simboliche tombe del monumento alle vittime di religione ebraica, la Vittoria (angelo anch'essa?) simbolo di nuove conquiste democratiche, il nocchiere alato sopra i cavalli alla porta di Brandeburgo, vigile attento per possibili errori a Berlino, città “che non smette mai di mutare abito”.