A conclusione del reportage sull’Argentina Gabriella Pittari invita a leggere i libri da lei consultati e raccolti nella biblioteca di casa. Trattasi di vecchie edizioni delle quali molte sono ancora in catalogo.
"Ho deciso di fotografare le copertine dei libri da me letti e raccolti nella mia piccola biblioteca, quindi si tratta di vecchie edizioni. Alcuni libri sono censiti, ma non sono presentati con la copertina perchè ritirati in biblioteca. Sull’Argentina ci sarebbe ancora un mucchio di cose da raccontare, faccio un solo esempio che ha riguardato alcuni italiani i famosi bond argentini con cui sono stati turlupinati un gran numero di “ingenui” cittadini. Non é escluso che vi parleremo ancora di questo meraviglioso paese, ma per ora vi salutiamo". La Redazione propone i link dove potete trovare questi preziosi libri perchè "Il libro è un aiuto non solo per evadere, ma soprattutto per capire". Un aiuto alla ricerca sono anche i link inseriti.
Sull’Argentina
Charles Darwin “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”
Darwin fu colui che all’età di 22 nel 1831 salpò dall’Inghilterra a bordo del brigantino Beagle e per cinque anni ininterrotti esplorò i continenti meridionali e le sperdute isole degli oceani. Un viaggio che gli permise di emozionarsi: vide le foreste primordiali brasiliane che considerò incontaminate, piene di forze vitali, esplorò la Terra del Fuoco, che gli parve contrassegnata da morte e distruzione, vide le sconfinate pianure della Patagonia, desolate, disabitate, punteggiate di piante nane; si appassionò alla vista delle cime della cordigliera andina, della Croce del Sud, della Nube di Magellano, delle trombe marine, dei ghiacciai scoscesi sul mare, constatò i disastrosi effetti del terremoto di Conception. Ad ogni approdo Darwin partiva per esplorare i più svariati angoli degli ambienti che descriveva per se e per i posteri. Una lettura appassionante.
Lucas Bridges “Ultimo confine del mondo”
Nella seconda metà del XIX secolo l’autore un missionario visse nella Terra del Fuoco la sua gioventù in mezzo agli aborigeni, raccontando per noi il loro modo di vivere e di pensare, le loro tradizioni senza rendersi conto che la sua presenza e quella del suo seguito stava trasformando i locali in vittime. Solo molto dopo scoprirono di essere portatori di malattie sconosciute in quei luoghi portando un gran numero di aborigeni alla morte.
W. H. Hudson “Terra rossa”
Il naturalista W.H. Hudson, figlio di uno yankee del Massachusetts, trascorse alla fine dell’800 trent’anni in Argentina, raccontò con passione della sua esperienza in Patagonia sul Rio Negro, vissuto come un periodo trascendente, superiore dell’esistenza, una sorta di intima e segreta armonia con la natura. Si “nutriva” l’anima vedendo il vento scorrere sulle pianure sconfinate, annusando il profumo delle primule, del canto degli uccelli, del tordo beffeggiatore.
Samuel Taylor Coleridge “La ballata del vecchio marinaio”
Pubblicata nel 1798 racconta in forma di ballata la vicenda vissuta dall’ equipaggio di una nave dove un marinaio uccidendo un arbatros attirò sulla nave una maledizione: un vissuto soprannaturale, tragico, lo studio psicologico della colpa, della sofferenza e dell’espiazione finale.
Bruce Chatwin “In Patagonia”
Scritto come fosse un diario, é un vero racconto di un viaggio avventuroso in Argentina. Dal suo testo si evince che passò diverso tempo a preparare l’itinerario prima di partire. Chatwin da buon inglese andò da solo; percorse lunghi tratti a piedi, si fece ospitare presso le fattorie, quando sapeva che avrebbe trovato suoi connazionali li andava a trovare. Il suo libro è di piacevole lettura, scritto in modo classico, un po’ démodé, con poche descrizioni del paesaggio, mentre domina la descrizione degli incontri. E’ uno dei più famosi libri di viaggio.
Su Buenos Aires, l’Argentina e il tango
Albert Londres “Buenos Aires, le strade del vizio”
In questo breve racconto reportage Londres ci dice molte cose in un tono tra il sarcastico e il triste divertito. Racconta di uomini che reclutano donne soprattutto a Parigi per incrementare il traffico di prostitute di Buenos Aires e racconta di come avvenivano le tratte. Dice una di loro: “A Marsiglia mi sentivo una disgraziata, qui invece mi sento condannata, non sapevo a cosa, ma a qualcosa di sicuro”.
Maruja Torres, “Amor America”
“La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio che non è una semplice visita o una vacanza, ma un sogno”. Buenos Aires: “Adoro la sottile luna australe che sale dalla striscia del Rio della Plata, bagnando la capitale di uno splendore che dà il nome a questo Paese: Argentina.” “I gauchos, i più poveri del paese: abbandonati dal governo e dalla natura che qui è molto dura” altra citazione: “I loro volti scuri sono scavati dalle stesse rughe da solchi identici a quelli del paesaggio. Sono volti con spaccature e fondi di ruscelli prosciugati, volti eterni con il sorriso di una sorgente. Sopravvivono con le loro radici culturali ancora integre, le loro tradizioni vive, come brace nonostante la miseria e le epidemie”
Osvaldo Soriano “I racconti degli anni felici (Tra il 23 e il 25 sett. 1974 - 1996)”
Nel 1973 l’Argentina passa bruscamente dall’euforia al terrore, dopo 18 anni di esilio Peron torna e viene rieletto al governo con oltre il 60% dei voti degli argentini. Il 20 giugno 1973 vicino all’aeroporto Ezeira ci fu una carneficina contro i militanti di sinistra di cui non fu mai divulgato il bilancio dei morti e dei feriti che fu sicuramente ingente, si festeggiava l’elezione di Peron tra la gioia dei suoi elettori e coloro che temevano una nuova dittatura pacifica. Dopo solo due giorni da quella memorabile domenica di sangue i sogni di pace s’infransero, un muto terrore s’impadronì degli argentini. Il mercoledì 26 B.A. restò muta: il 12 ottobre, Peron assunse l’incarico per la terza volta, aveva 78 anni.
Jorge Luis Borges “Il tango”
La malinconia del tango, la sua natura di aspetto drammatico, di lamento amoroso, di ballo lento languido e voluttuoso, sono legate al periodo in cui si afferma soprattutto a Parigi; un periodo che poco interessa a Borges, perché nulla ha a che vedere con le sue origini di ballo audace e provocante. Per salvaguardare quelle origini, nell'ottobre del 1965 Borges tenne un ciclo di quattro conferenze tornate alla luce ora raccolte in un libro. Nelle parole di Borges rivivono la Buenos Aires della sua infanzia – una città piccola di case basse con il patio, senza alberi, circondata da campi, dove sorsero le milonghe e le habanera all'origine del tango, quei locali infami frequentati da guappi, da magnaccia e da donne di malaffare. Nel libro rivive l'anima di quei tempi: la provocazione disinteressata, l'allegra spavalderia, il gusto di sfidare il più forte per mettere alla prova il proprio coraggio. Continua. (a cura di Gabriella Pittari)