E’ allo stesso tempo
un resoconto di viaggio,
un’ autobiografia,
un racconto, un romanzo.
Ma più di tutto è comunicare l’ansia, il dolore e la speranza che hanno spinto l’autrice in questa parte del mondo, la Persia. La ricerca di deserti e lande desolate dove rifugiarsi fuggendo momentaneamente dal mondo seguendo un desiderio, disilluso, di poter ritrovare se stessa. Luoghi dai nomi difficili come è difficile trovarne l’ubicazione sulle mappe, fanno da sfondo e da giaciglio ad una malinconia dolorosa: Passo Afjed, Djiadje Rud, Danmavand, Manzadaran. L’autrice trasforma gli appunti di viaggio in poesia, l’autobiografia in condivisione, il racconto in nobile letteratura, il romanzo in suspense. Pur nella proposta di argomenti diversi, ogni pagina tiene incollati alla successiva nell’attesa di un finale a sorpresa. Ma non è così. Il finale si spegne tra i puntini di sospensione. Annemarie coniuga la sua difficoltà di vivere con l’illusione di una rinascita, un ritorno ad una nuova vita, uno stimolo all’amore nell’incontro con la giovane Jalè, sopraffatta sempre dalla inarrestabile precarietà di una salute della quale si riconosce colpevole. Questo libro raccoglie tutto l’inedito composto nella valle del Lar nell’agosto del 1935 e a Sils del 1936. Pubblicato nel 1999 sembra essere l’epilogo della sua opera. Appunti strappati alla distruzione del fuoco voluta dalla madre dopo la morte prematura di Annemarie (32 anni morta banalmente cadendo da bicicletta) per favorire l’oblio di un autore che sarebbe dovuto essere dimenticato e che lei non voleva riconoscere. Divenuta in seguito autrice oggetto di studio e di ricerca, Annemarie Schwarzenbach, ha trovato lo spazio che meritava nel palcoscenico letterario diventando nell’arco di pochi anni un autore cult nei paesi di lingua tedesca e in Francia. Tod in Persien, Morte in Persia, è il suo primo testo tradotto in Italiano a cui farà seguito una lunga lista di diari, di racconti, di cronache. La sua vita, sarebbe stato il suo vero romanzo! Scritto con l’infelicità e la libertà, “la libertà ha valore solo se si ha la forza di usarla”, con le molte occasioni di amori trovati e persi, di amicizie condivise e sofferte, in costante fuga inseguendo il sogno difficile di scrollarsi di dosso il peso di dipendenze nel tentativo del rimedio migliore: l’illusione di ritrovare se stessa. All’Angelo che per due volte la viene a visitare nell’accampamento dirà: “chi mi ha portato fino qui? Perché ho dovuto percorrere tante strade e continuare a smarrirmi? All’inizio si chiamava avventura, poi era nostalgia di casa, poi ho cominciato ad aver paura, e nessuno mi ha aiutato.”
Pubblicato su questo sito: Dalla parte dell’ombra della stessa autrice
Frasi e citazioni estratti dal libro Morte in Persia di Annemarie Schwarzenbach
“Il caldo era così opprimente che sembrava covare nei muri come se fossero forni rotondi.”
“Il sole scivolava sul passo venendoci incontro.”
“La canicola si abbarbicava dappertutto come se avesse mille artigli.”
“Le preghiere dei beduini gli vengono strappate di bocca quasi a brandelli e non raggiungono l’orecchio di Hallah”.
“La libertà ha valore solo se si ha la forza di usarla.”
“L’acqua è immobile, uno specchio d’argento, vene nella piana erbosa coperta d’ombra.”
“Persepoli (città di re e di dei)… le dolci carezze del vento sulle tempie bollenti.”
“Jalè non mi sentiva, pensava a qualcosa di molto lontano. Volevamo parlare della felicità e non ci accorgemmo che stavamo pensando alla morte.” “E quando ricordai la sua presenza silenziosa nell’ombra della tenda, con terrore mi resi conto della mia solitudine.”
Il libro contiene una appendice fotografica con storiche immagini d’autore di Annemarie Schwarzenbach