L’Iran svelato delle donne, cover the bottom - Vittoria Sangiorgio

Liran svelato delle donne

 

Assolvere il compito

di raccontare l’Iran

di oggi è certamente

un tema delicato e spinoso.

Iran per tutti? L’imbarazzante quesito che molti si chiedono quando sentono parlare di questo Paese è giustificato. Me lo sono chiesto anch’io. A volte vado a cercare conferme su profili di amici viaggiatori o cicloviaggiatori (ai quali io sono molto vicino), per allontanare dubbi persistenti nel programmare la visita ad un Paese sospetto come l’Iran. Ne consegue che l’Iran è una repubblica islamica a guida religiosa; è terra tra confini difficili e con ampi spazi ideologici contesi politicamente; ha lotte di potere tra clero sciita e forze laiche; sopravvivono scontri tra conservatori e riformisti; esiste una miscela esplosiva sempre latente per un nucleare conteso e contestato; la legittimità democratica è continuamente in bilico; esistono sanzioni internazionali, convivono populismo e giustizialismo. Tutti ingredienti sufficienti a rendere incerto il gesto di fare le valigie e partire per una visita a questiaforismidiviaggio iran sangiorgio 2 luoghi. La Storia ha messo nelle mani di queste terre “di rude e severa bellezza desertica” e di “altopiani riarsi”, generosamente e abbondantemente, un patrimonio da conservare e condividere. Essa ha attribuito a questo paese il fascino di aver scritto capitoli di un libro, spesso segnati col sangue, ma anche ispirati dalla saggezza e dalla scienza. Il Paese di Ciro, di Alessandro, di Dario e dei califfati è stato plasmato in una fucina di cultura, dove letteratura, filosofia medicina matematica e scienze trasformarono il paese in un giardino culturale e artistico di cui ancora esistono aspetti monumentali significativi.persepoli wikipedia iran sangiorgio* Assolvere il compito di raccontare l’Iran di oggi è certamente un tema delicato e spinoso. E se nel mezzo della discussione ci mettiamo anche la condizione femminile, allora diventa impegnativo. La donna, privata di ogni valore nelle sue qualità pregnanti a favore della società, è costretta a subire le conseguenze gravose di religiosi illuminati che in epoca di modernità intendono privarla delle più elementari libertà, come quella di vestirsi seguendo i propri desideri, o peggio di soffocare l’insorgere della naturale azione di pensare.

Nasce, per dare una possibile risposta a questo punto di vista, “il mettersi in gioco” di Vittoria Sangiorgio che nel suo nuovo libro “Iran svelato delle donne, cover the bottom”, (La Caravella editrice) esplorando un mondo per conoscerlo “senza intermediari”, orienta il suo viaggio vivendolo spesso al femminile. Così il suo quaderno di appunti si trasforma in una raccolta di esperienze, spirituali ed emotive, che andranno mano a mano a rigettare la sensazione che gli iraniani siano un popolo di “musoni tristi e sospettosi”, e a confermare la sensazione di accoglienza ed ospitalità nella quale la generosità “non finisce mai di stupire”.

La femminilità percepita dall’autrice, nel difficile contesto odierno del Paese, sembra quasi essere per il momento accantonata, anestetizzata, pur se ricolma di vitalità, vissuta nella dicotomia tra privato e pubblico, scoprendo che tanti gesti, comportamenti e idee sorreggono la resistenza latente forzatamente invisibile. Appare che, dietro la rivoluzione estetica o il fascino della moda e della cura della persona entro le mura domestiche, esiste un’aspirazione a diritti fondamentali (uno tra tutti quelli di non continuare a mentire a se stesse). Se al di fuori delle mura domestiche la società invita la femminilità a “cover the bottom” e relegare la donna all’unico compito di “sparecchiare i tavoli”, lasciando che sia solo il naso nuovo a respirare la modernità, è facile sentire la ripugnanza verso i mullah che costringono a queste ipocrisie. E far dire loro, in coro con molti giovani, “questo islam è una follia, un’ipocrisia totale” e che molte donne “indosserebbero comunque il velo se fossero lasciate libere di decidere”.

L’analisi dell’autrice va oltre alla superficiale manifestazione degli incontri. Entra con curiosità e discrezione analizzando da cronista e competente di quell’aerea geografica, anche nei pensieri e nei desideri degli amici frequentati e delle famiglie presso le quali condivide l’ospitalità. Vittoria Sangiorgio nel suo libro rivela particolari utili e inediti di un mondo, che timido ma provocante come una ciocca di capelli che fuoriesce dal chador, sfida il potere e il regime. A dimostrazione di come non sia possibile far accettare a nessuno, in questo caso alle donne, il ruolo di sottomesse.

“Nessuna delle migliaia di figure scolpite anticamente nella pietra del sito di Persepolis rappresenta una donna”, racconta una guida all’autrice, ma migliaia di figure femminili sono preparate ad affrontare la svolta, non più da “creature plastiche, morbide e dai contorni indefiniti, come le statue immobili di un museo coperte da un lenzuolo”, ma consapevoli di dover presto produrre o aiutare a far crescere una nuova più moderna democrazia in Iran. (Testo di Fernando Da Re, foto di Vittoria Sangiorgio)

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*Il viaggio all’interno delle città, dei mercati, dei siti archeologici è sempre reso con dovizia di particolari dall’autrice.