Il viaggio a Rainy Mountain

Aforismidiviaggio il viaggio a Rainy Mountain

 

 

 Il viaggio a Rainy Mountain,

Nattachee Scott Momaday

 

Un susseguirsi ed intrecciarsi di leggende e storie vissute anche dolorosamente, riproposte senza sofferenza, ma con nostalgia, che l'autore ci racconta in episodi della sua infanzia, trascorsa con la nonna Kiowa. Si avverte struggente la coscienza del legame con il passato dell’indiano che è in lui.

 

aforismidiviaggio Scott Momaday2Il libro di N.Scott Momaday “Il viaggio a Rainy Mountain” ha diverse chiavi di lettura che dipendono molto dalla sensibilità del lettore.Rainy Mountain è il luogo di uno straordinario viaggio sia fisico (dal Montana all’Oklahoma), che etnografico nella storia del popolo Kiowa, che si svolge come un racconto orale in cui l’autore inchioda con gli occhi della mente il lettore alla poeticità che lo pervade. In un “itinerario” geografico descritto con intensa liricità, si segue l’epopea del popolo Kiowa che, nato dal tronco di un albero cavo, alle sorgenti dello Yellowstone, percorre, prima verso est, fino alle Colline Nere, poi verso sud, un viaggio che lo porterà dai monti Wichita a Rainy Mountain. Capiamo che l’unico vantaggio apportato dai conquistatori fu l’introduzione del cavallo che permise ai Kiowa di spostarsi rapidamente. Immersi nella natura incontaminata degli spazi aperti, i Kiowa s’immedesimano nel forte senso di nomadismo che si portavano dentro, intriso d’amore per la libertà.

Momaday, in un susseguirsi ed intrecciarsi di leggende e storie vissute anche dolorosamente, riproposte senza sofferenza, ma con nostalgia, ci racconta episodi della sua infanzia, trascorsa con la nonna Kiowa. Si avverte struggente la coscienza del legame con il passato dell’indiano che è in lui. Sua nonna, vissuta alla fine dell’età d’oro di quel popolo, gli tramanda storie e riti, che lei stessa non aveva vissuto in prima persona, ma che riviveva attraverso la memoria del sangue, e che Momaday a sua volta ci racconta con lo specchio della sua mente. Anche se solo accennati, i riti presentati letti in chiave più profonda c’introducono alla conoscenza dei Kiowa, in parte estendibile alle culture indie in generale. Particolare dei Kiowa è il rito del sole, rappresentato dalla bambola sacra Tai-me, la cui misteriosa aforismidiviaggio Scott Momadaycaduta dall’albero dove era appesa dall’ultima celebrazione del rito, annuncia simbolicamente il concludersi del ciclo esistenziale dei Kiowa come popolo libero. La loro vita perde la valenza culturale autoctona, con lo sterminio dei bisonti, l’animale mitizzato in quanto mezzo esistenziale di sussistenza del loro equilibrio vitale.

Tutto il racconto si dipana a tre voci, scandite da tre caratteristiche differenti, collegati tra loro da disegni in bianco e nero, che tengono legato l’insieme. I disegni sono di Momaday stesso, anche apprezzato artista. Nell’ultimo racconto della bella ragazza sepolta con il suo magnifico vestito di pelle, si può leggere l’avvenuta simbiosi terra-spazio-uomo. La donna è sepolta in un punto ormai ignoto di Rainy Mountain e la sua bellezza, diventata mitica, porta alla conclusione quest’affascinante storia di una popolazione india d’America, tramandata da generazione in generazione, giunta fino a noi grazie alla potenza terapeutica della poetica parola di N.Scott Momaday. (testi e foto di Gabriella Pittari)

Natachee Scott Momaday, scrittore americano nato nel 1934 a Lawton in Oklahoma, è figlio di un indiano Kiowa, Al Momaday, e di una bianca, Natachee Scott.    Approfondisci qui

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