Le moschee di Istanbul

aforismidiviaggio-istambul 1

Le moschee di Istanbul

(prima parte)

Tanti scrittori hanno lasciato ai posteri descrizioni più o meno suggestive della città, Edmondo de Amicis arrivando in piroscafo l’ha vista sorgere dalle nebbie:

 

Guardai e mi sfuggì un’esclamazione di stupore. Un’ombra enorme altissima e leggera, ancora coperta da un velo vaporoso, si sollevava al cielo e rotondeggiava gloriosamente nell’aria in mezzo a quattro minareti smisurati e snelli di cui le punte inargentate scintillavano ai primi raggi del sole: Santa Sofia… Il velo si squarciava rapidamente, e da ogni parte balzavan fuori moschee, torri, mucchi di verzura, case su case… ”.

Istanbul, con Scutari sulla sponda orientale, é un puzzle di città grandi e piccole. Le piccole sono le moschee che s’impongono alla vista in un virtuosismo di cupole semisferiche e minareti così appuntiti da forare il cielo, matite con la punta rivolta in alto, per captare le sfumature di quel colore che neppure le matite colorate sono in grado di definire. La visita di Costantinopoli è un piacevole choc per chi percepisce il senso della storia, si può prendere atto di come oriente e occidente si siano incontrate in un sol luogo per dimostrare la capacità umana di creare bellezza: difficile da definire, facile da apprezzare.

Quando De Amicis andò a Costantinopoli all’inizio del XX secolo, poteva ancora individuare dall’abbigliamentoAforismidiviaggio -Istanbul Santa Sofia le diverse etnie dei suoi abitanti: armeni, greci, ebrei, turchi, stranieri. Tutti si mischiavano, scevri dalle paure religiose dei tempi delle crociate o dei nostri tempi così malati d’Islam da temere la propria ombra. Le mura di Teodosio formarono lo “steccato” riempito di moschee, diventate tante, tantissime. Visitiamo Aya Sofya, nata ai tempi di Giustiniano (537) come chiesa della Divina Sapienza, quando Istanbul era Costantinopoli. Santa Sofia è due chiese, compenetratesi nei secoli l’una nell’altra. La base è un cubo come a rappresentare la terra; la cupola centrale, il cielo che la protegge ricoprendola. Entrare in quel magico quadrato sormontato da “cieli” dai bagliori dorati, ci trascina in un mondo immateriale, fa sperare in un futuro possibile, forse solo ultraterreno. Nel XV secolo Solimano il Magnifico, senza alterare l’incantesimo del sacro luogo, mettendone però in chiaro la sottomissione all’Islam, trasformò Santa Sofia in moschea, dimostrando che la bellezza pura non ha rivali. All’interno i giganteschi medaglioni con i nomi di Allah e del profeta convivono con Cristo, la Madonna e gli imperatori bizantini. La chiesa, diventata moschea, confermava allo stesso tempo la tacita accettazione delle radici ebraico cristiane e l’accordo della tolleranza concessa ai crociati.

Aforismidiviaggio - Istanbul Moschea Blu-Attraversata la piazza-giardino si materializza la Moschea Blu. L’esterno è imponente, è il trionfo del “celeste”. Le ceramiche turchesi di Iznik (Smirne) rivestono tutte le pareti e le grandi colonne scanalate. Il colore é esaltato dai cerchi di luce di 250 finestre che fanno brillare le ceramiche di una gran varietà di sfumature riflesse: il cielo in una cupola. Nella cupola centrale lo spazio convesso rimanda ai rosoni delle chiese gotiche. Dappertutto “s’arrampicano” i fiori di un delicato giardino immaginario. La Sultan Hamet Ciami la volle il sultano Maometto I nel 1609/1616. La dotò di sei minareti, una sfida imperdonabile alla Mecca. L’arte vinse e i minareti rimasero a forare il cielo. Sul Corno d’Oro, strutturata come una città nella città, vediamo la Moschea imperiale di Solimano in un crescendo di cupole e cupolette. Fu costruita nel 1550/57 dal grande architetto di corte Sinan. Le eleganti colonne del porticato si dice siano quelle del palco imperiale dell’ippodromo di Teodosio. I raffinati decori interni sono dipinti come in un gioco di traforo. In questi spazi sacri riposano Solimano e la sua amata Roxelana, uniti nella morte al loro figlio, ucciso dal vaiolo.  (Testi e foto di Gabriella Pittari)

aforismidiviaggio-istambul 3

Aforismidiviaggio - Istanbul

Leggi seconda parte