Georgia, bella, fidata e senza guerre
Capire meglio l’Armenia e il Caucaso? Indispensabile recarsi anche in Georgia, percorrendo la strada militare
della Georgia, un antico percorso che appartenne alla via della seta. In Georgia si trovano le montagne più alte e belle dell’arco montano Caucasico: sono monti aspri e difficili, che avvicinano l’essere umano al proprio spirito d’avventura. Da quanto detto sopra, s’intende che i georgiani sono un popolo montanaro, anzi sono tanti popoli, perché qui ci sono più di cento diverse nazionalità, tutti però hanno in comune l’allegria e un buon carattere che elargiscono con gran generosità. Innamorati delle loro valli, sanno come far apprezzare quei suggestivi panorami dalle intense sfumature verdi, tra rocce spruzzate di fiori gialli e bianchi, esaltati dai raggi del sole che li penetrano come lame infuocate.
Una leggenda racconta che quando Dio distribuiva i suoi beni sulla terra, giunto in Georgia fu trattenuto dai suoi abitanti. Lo fecero sedere a tavola e gli offrirono cibo e buon vino, così Dio posò la sua gerla piena di doni e se ne dimenticò. Venne sera e si ricordò il motivo che lo aveva spinto fin lì. Prese la gerla al volo che si ribaltò spargendo ogni “ben di Dio” al suolo. I georgiani sostengono che per questo motivo la natura della Georgia è così ricca; qui si può trovare tutto quello che un essere umano può desiderare, soprattutto in fatto di cibo e di vino. I georgiani amano la buona tavola e propongono cibi assai appetitosi, innaffiati da vini rinomati. A tavola cantano e danzano, mostrando senza remore la loro gioia di vivere. I loro canti spesso sono cori di montagna.
L’antica Georgia si chiamava Iveria (Iberia), i georgiani tramandano che, quando qualcuno trasgrediva le leggi, li caricavano su delle imbarcazioni e li abbandonavano in mare al loro destino. Rifacendosi a questa storia, raccontano che i baschi sono un gruppo di persone abbandonate in mare, che sbarcate in Spagna, hanno dato il nome della loro patria d’origine a quel territorio; i baschi non sono indoeuropei. La Georgia è la terra del Vello d’Oro, di Prometeo incatenato; storie mitiche che appartengono alla cultura greca, al Mar Nero, ed alla nostra storia.
La Georgia, pur aspirando sempre all’indipendenza, nella storia recente è sempre stata nell’ambito della Russia: dal 1878 entrò a far parte dell’Impero russo. Ancor prima d’allora i russi per controllare quel popolo guerriero, ribelle e “troppo” amante della libertà, avevano tenuto delle guarnigioni sul suo territorio.
Chi andrà in Georgia imparerà a conoscere la simpatia e l’umanità dei georgiani, fonte d’ispirazione per scrittori e poeti russi, che mandati lì in servizio militare, giovani e pieni di speranze, s’innamorarono del paese, e ne cantarono le bellezze della terra e, perché no, delle donne. Note per la loro bellezza furono le ragazze circasse, vendute come schiave e mandate a Bisanzio negli harem dei sultani ottomani. Della Georgia scrissero Lev Tolstoj, Aleksandr Griboedov. Il conte Jan Potockij ne studiò i popoli e le lingue. Mikhail Lermontov dedicò alla Georgia il suo più poetico poema “Il demone”. Leggere i suoi versi è come tuffarsi tra gli alti monti del Caucaso, apprezzando la bellezza delle sue donne, raccontata nella storia di Tamara di cui il demone, lui essere etereo, s’innamora perdutamente.
Coloro che andranno in Georgia, conosceranno la simpatia e l’umanità dei georgiani, gente spiritosa, affabile, sprezzante del pericolo. Passando da Gori, visiteranno il neoclassico mausoleo “sovietico”, che ricopre come un cofanetto, la modesta casa natale del loro più illustre concittadino Giosef Giugashvili, nome di battaglia: Stalin. Il rivoluzionario Stalin, salito sul podio più alto della Russia, mostrò una diabolica e impensabile spietatezza. Per comprendere il passato della Nazione, si potrà salire fino a Mestia, nello Svaneti, e scoprire l’antica località ex capitale di un principato d’arcaica bellezza, grazie alle sue case-torri di pietra: una San Gimignano contadina. La Georgia non è solo montagna, è anche Mar... Nero. Per trovarlo si deve scendere a Batumi, grande porto e località turistica. Batumi è ormai una moderna città di grattacieli, che riporterà tutti coloro che hanno visto l’altra Georgia, alla realtà dei nostri tempi ultra moderni.
La porta principale di accesso alla Georgia è Tbilisi, una città che rievoca un antico passato un po’ persiano, un po’ greco, una città dall’atmosfera mediterranea e orientale, territorio di transito delle antiche carovane, crocevia di civiltà. Per tutti questi motivi Tbilisi è una città da guardare con il rispetto dovuto ai luoghi che conservano intatta la sacralità della storia. Tutti lasceranno la Georgia con una stretta al cuore e un gran desiderio di tornarci e risulteranno per loro incomprensibili i conflitti che periodicamente ne feriscono il territorio e i suoi abitanti. (Gabriella Pittari)