Sistemati i bagagli in auto, senza alcun rimpianto per il brutto hotel di Rapid City, partiamo. La nostra prima sosta sarà a Deadwood una di quelle città chiamate Gost Town,
città fantasma come si definiscono quelle città sorte all’improvviso e abbandonate quando la speranza di sopravvivenza dei suoi abitanti era ormai nulla. Questa Town però ha avuto una rinascita. Attraversiamo un paesaggio mosso di collinette verdeggianti con prati curati; a bordo strada, qualche fattoria sparsa. Il paesaggio è montano: data l’ampiezza delle valli non sembra di essere in montagna, stiamo raggiungendo i 2000 m.
Leggi tutto sul viaggio negli Stati Uniti di Gabriella Pittari
Ci fermiamo a Deadwood nel South Dakota una cittadina abbandonata a suo tempo e recuperata recentemente al turismo quando aveva già perso il suo carattere ruvido e chiassoso. E’ molto carina un perfetto set televisivo, del resto qui è stata girata una serie televisiva durata tre stagioni, così proviamo a sentirci interpreti di un film western. Deadwood iniziò ad esistere illegalmente nel 1870 su un terreno concesso agli indiani nel trattato di Fort Laramie (1868) che garantiva agli indiani Lakota la proprietà delle Black Hills. Quando nel 1874 il colonnello Armstrong Custer guidò una spedizione nel French Creek dove era stato scoperto un filone d’oro, era chiaro che gli indiani dovevano sloggiare, e così fu. Nel 1876, il generale George Crook inseguì la tribù dei Sioux durante la battaglia del Little Bighorn in un’epica spedizione che si concluse a Deadwood.
Oggi nella risorta cittadina tutti gli edifici, quasi tutti di mattoni rossi, sono stati rinnovati. Una volta erano ritrovi anche ambigui, ora invece sono saloon pieni di oggetti rievocativi, magari con pistole utilizzate come maniglie delle porte. Non mancano negozi dedicati ai favolosi cappelli dei cowboy, agli stivali, alle selle, tutti oggetti di culto di un passato forse in parte un po’ rimpianto. I cilindrici distributori di gazoline ora decorano il bar d’ingresso al paese. La libertà di azione di cui godevano i cittadini di queste town anche se precaria, non esiste più. Alle pareti dei saloon si notano molti trofei di animali della foresta, alci, perfino orsi, bisonti, pelli di leopardi.
Un enorme emporio è dedicato all’Harley Davidson e gli appassionati del genere sono davvero tanti in America. Dopo essere entrati e usciti nei vari locali riprendiamo il viaggio verso Cody. La strada a doppia corsia, per noi un’autostrada, è asfaltata di rosso. Ogni tanto un villaggio più fitto di case appare all’orizzonte, niente di significativo. Il cielo é striato di nuvole evanescenti. Stiamo percorrendo la strada che porta a Bighorn nel Montana. Vicino al torrente Little Bighorn il 25 giugno 1879 avvenne il più significativo scontro tra le forze Dakota (i Sioux) Cheienne e Arapaho contro il 7° Cavalleria degli Stati Uniti. Qui vinsero gli indiani alla grande.
Le verdi praterie pian piano si stemperano in tormentate rocce grigiastre e all’orizzonte si profilano splendenti monti imbiancati. Quasi all’improvviso nelle pieghe di quelle colline rocciose appare una striatura di intenso blu, un piccolo lago che spezza la monotonia del paesaggio. Su un prato in lontananza vediamo una mandria di bufali. Poi lontano da un abitato si materializza un cimitero di macchine, mi fa pensare che i recinti di automobili “morte” hanno sostituito i ranch degli animali.
A Shell Falls, Wyoming, s’impone la bellezza di un canyon di impressionante profondità attraversato da una cascata dirompente, rumorosa, spumeggiante. Per rendere la visita più comoda e più organizzata si percorrono una serie di passerelle che toccano i punti più panoramici. Le cascate alte circa 40 metri cadono su una roccia semi interrata di granito. Da uno di questi passaggi ci s’affaccia direttamente sull’abisso ed è impressionante. Il percorso è circolare, riporta al centro visitatori. Tutti i posti più belli e panoramici d’America sono stati turisticizzati senza pietà con centri d’informazione ma anche di commercio compulsivo, rendendoli accessibili a tutti, ma levandogli parte del loro fascino. Dopo questa passeggiata sul bordo dell’abisso riprendiamo il cammino verso Cody, in un panorama montagnoso molto cambiato, le alture sassose punteggiate di verdi cespugli sono striate di terra bruna: tutto é molto bello. Avvolti in queste sfumature di colori dal rossastro al marrone bruciato arriviamo a Cody, la città di Buffalo Bill.
Leggi tutto sul viaggio negli Stati Uniti di Gabriella Pittari