OMAN, tradizione, modernità. Come, perché andarci?

 aforismidiviaggio 2Osservo ad una ad una le cose che escono dal bagaglio e che mi hanno accompagnato in questa breve avventura e il pavimento si sporca di sabbia.

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Da tempo non partecipavo a tour organizzati. Il viaggio veniva gestito personalmente dalla partenza senza definire troppo i particolari lasciando ampio spazio alla estemporaneità, alla fantasia, a decisioni last minute, alla contingenza degli eventi. Ora sono nelle braccia di quattro fogli che descrivono e anticipano la mia prossima vita altalenante tra cielo e terra, tra mari e monti, tra il deserto e la cima della medesima duna per godere dell'ultimo bacio del sole e della prima sua carezza dopo il crepuscolo mattutino. Ma il viaggio rimane comunque una cosa personale, ognuno lo vive come vuole e ciascuno può aggiungere quel “quid” che lo renderà il suo viaggio visto con i suoi occhi ed il suo cuore. Ci accoglie il biancore delle case che risalta sulla dominante sabbia come il biancore del vestito Omanita.

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Il bianco appare anche nel “tricolore” del Sultanato a significare la pace, accompagnato dal verde simbolo di fertilità e dal prevalente rosso icona della forza e della Dinastia il cui emblema appare in un angolo; verde bianco e rosso ... colori a me famigliari. Mi sento pieno e carico ... il “quarto vuoto” mi attende, anche se sarà un timido assaggio corrispondente alla parte finale della febbrile esplorazione del 1945 di W.Thesiger in questa parte del sud della penisola arabica. Qui l'attuale Sultano ha fatto dono al suo popolo di una moschea, denominata appunto del Sultano, per ogni città ed i loro svettanti minareti contribuiscono a valorizzare lo skyline dei luoghi costituito da basse costruzioni in gran parte indipendenti con area recintata ed il caratteristico serbatoio dell'acqua sul tetto. Alcuni anni or sono, avevo visto una scritta araba incorniciata che recitava ”pazienza”, ora capisco che questo termine riveste un ruolo importante nella cultura locale. “ La pazienza è la cosa più bella”, si dice, e riguardo alla vita, questa viene paragonata ad un cetriolo “ oggi l'hai in mano e domani non sai dove” a dimostrare che il mondo non ha confini.

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Qui scopro un concetto intrigante consistente nell'apprezzare ed esaminare non il risultato, ma gli eventi che l'hanno prodotto, “ringrazio l'ape che porta il miele”, grazie Osama (Osama Abdelaziz Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..  persona disponibile e preparato con una cultura a 360°) che mi hai fatto riflettere. Restando in tema di aforismi arabi vengo a conoscenza anche del pensiero sul ruolo effimero rivestito da una posizione sociale “se tu pensi di restare quello che sei, non arrivava per te”, frasi semplici, dirette ed efficaci; scuola di vita che non sempre vengono capite in quanto alcuni “sentono l'odore di un fiore, ma non ne vedono il colore”. Immagini subliminali inserite in un paesaggio complementare in costante cambiamento con l'ammontare dei chilometri percorsi. Così la sabbia ed i ciottoli delle spiagge diventano “sabbie” del deserto e montagne di arenarie e rocce organiche solcate da maestosi Wadi. Il percorso parte dall'arcobaleno del mercato del pesce di Mutrah, passando dal Souk dove l'incenso diventa attrazione venduta a turisti che spesso non sanno utilizzarlo, ma che resta comunque un souvenir pregno di significato.

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Allontanandosi dalla capitale Mascate si viene a diretto contatto con una vita in un tempo fuori dal tempo. Una vita aspra ed affascinante, quella dei Beduini, che una volta conosciuta, non concede a nessun uomo di restare lo stesso e conserverà in sé il desiderio, debole o acuto a seconda della natura, di farvi ritorno in quanto oggetto di un incantesimo con cui nessun clima temperato è in grado di competere. Entriamo nel deserto del Wahiba Sands dove è piacevole ascoltare il suo silenzio e scavalcarne le rughe, dove le sabbie cantano sotto i piedi e sotto l'effetto del vento, dove ti senti un intruso proveniente da un mondo meschino e materialista, dove in mancanza d'acqua la sabbia ha la funzione di lavacro purificatore. Siamo laddove le differenze di razza e di colore, di ricchezza e di posizione sociale sono pressoché senza senso.

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Saliamo sulla Montagna Verde di Jabel Akhdar, zona tranquilla nel cuore della montagna facilmente accessibile nei pressi di Nizwa, ma solo con macchina 4x4 necessaria per superare il posto di controllo e le forti pendenze. Come non accennare alla spettacolare discesa nello scenografico Wadi Bani Awf dalla montagna del Sole; percorso da effettuare anche questo obbligatoriamente con 4x4 con varie possibilità di sosta, di tracking e canyoning. Mi rendo conto che non sto parlando sufficientemente del viaggio, ma solo di sensazioni, di pensieri, oserei dire di filosofia di vita, ma è questo che desidero maggiormente e che ho appreso, senza disdegnare però di condividere, non virtualmente, la bellezza dei luoghi ed il piacere per il palato.

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A casa, osservo ad una ad una le cose che escono dal bagaglio e che mi hanno accompagnato in questa breve avventura: si sporca il pavimento, della sabbia; è entrata nei pantaloni e non ne è più uscita. (testi e foto di Enzo Pellegrini) Scopri l'autore.

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