Narrare Venezia sembra fin troppo facile. Per la sua bellezza antica hanno costruito gioielli senza tempo.
Il prezioso ornamento che la veste, testimonia un trascorso da signora, da regina, da conquistatrice di Paesi e di cuori. Il suo fascino non cessa nemmeno nella tristezza di una anomala marea che la sommerge, nell’occupazione spontanea e chiassosa di milioni di invasori o nella sconcertante violazione del suo spazio marittimo interno ad opera di grattacieli semoventi. La pandemia 2020 che ha sconvolto il mondo, non ha tolto fascino a Venezia. Nuda, da subito fino a ieri, ora avvolta di mille mascherine: diverso carnevale meno goliardico e spensierato, ma pur godibile nella malinconica attesa di ricomporsi con i motivi di sempre. Venezia, una bellezza antica senza tempo. Godibile sempre.
Le foto che abbiamo l’onore di proporre sono di Luciana Vincenzini. A queste affidiamo la nostra riflessione nei versi di F. Da Re.
Andiamo il contagio è cessato
Trasporti liberati ma non facile evasione
Emergiamo non solo dall’acqua
Vòltati Signore non ci abbandonare
Immote le gondole fissano i riflessi
Distanti per poter giocare
Solo all’interno sembra regnare
Lo splendore di un momento
Bellezza senza tempo
Sorride l’anima dietro il travestimento
Silente scivola l’ambulanza nel tormento
Le mascherine deterse al sole
Cingere vogliono ancor armoniche bellezze
Distese a mirarsi in vicendevole innamoramento.
(F. Da Re)