Villa Reale, la Versailles di Monza

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La visita di Monza inizia dal luogo più sfarzoso, dalla Villa Reale

progettata dall’architetto Piermarini per l’arciduca Ferdinando d’Asburgo-Este governatore generale di Milano, figlio dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, finanziatrice dell’opera. I lavori iniziati nel 1776 terminarono nel 1870, lasciando ai monzesi uno spettacolare edificio neoclassico e uno splendido parco ora a disposizione di tutti. La scelta del luogo non era casuale, il sito ai piedi delle colline era ricco di boschi e di cacciagione e si trovava sull’asse Vienna-Milano: era perfetto. La villa reale é una reggia scenografica molto più lunga di una quinta teatrale decorata da una fitta serie di finestre spartite da lesene, chiusa tra due corpi laterali. L’ingresso situato ad ovest dà su due vasti cortili. Lo scalone ha due accessi balaustrati che convergono su una terrazza al piano nobile.

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Il vestibolo dall’aspetto circolare si presenta come un tempio con doppie colonne che portano alla cupola da cui pende una enorme lanterna. La sala del trono non é grande, del resto era la residenza estiva, ed é ubicata tra il salone delle feste e la sala aforismidiviaggio Monza villa realeda pranzo, così il re al centro degli avvenimenti poteva sbirciare a destra e a manca. Dal soffitto del salone delle feste le coppie che giravano danzando, potevano ammirare l’enorme lampadario di bronzo dorato con corolle di gigli illuminati, ma se volteggiando capitavano ai lati del salone vedevano altri quattro lampadari più piccolialtrettanto decorativi. Alle diverse porte finestra corrispondono sull’altra parete simmetriche porte divise da lesene. Le immaginiamo pronte ad aprirsi: per una caccia al tesoro? o per far entrare gli interpreti delle rappresentazioni della vita di corte? I pannelli di stucco sopra le porte presentano dei putti intenti alle diverse arti. Più in alto una balconata gira tutt’attorno per faraforismidiviaggio monza villa reale 5 godere dall’alto lo spettacolo della vita spensierata che si svolgeva sotto. Sulla parete più corta si apre una fuga di porte come dettava il gusto architettonico dell’epoca. Molti sono gli stucchi che decorano i soffitti e le pareti dei diversi ambienti, tutti delicati nei colori e nelle forme. Sopratutto festoni floreali come se gli abitanti di questa reggia nel bosco abbiano voluto portare all’interno i fiori più vari facendone i decori più naturali del mondo. Ad accompagnare quei soffitti ci sono pavimenti di legno di raffinata bellezza intarsiati da ebanisti come i Maggiolini di Parabiago, la Brianza era famosa per questo tipo d’attività. Il resto della reggia sono stanze private, salotti e salottini che s’inseguono in una fuga d’ambienti dove trascorrevano il tempo i reali e la loro corte, primi fra tutti Ferdinando d’Austria e sua moglie Maria Beatrice che vi vissero circa 20 anni fino alla rivoluzione francese. I loro successori furono il principe francese Eugenio Beauharnais che fece piantare aforismidiviaggio monza villa reale 6il viale di platani che porta a Milano. Nel 1813 tornarono gli austriaci. Durante la guerra d’Indipendenza il generale Radetzky si stabilì nel palazzo con il suo stato maggiore. Gli ultimi abitanti furono i Savoia, Vittorio Emanuele II fece organizzare alcune cacce reali in grande stile decretando una nuova fase di splendore della reggia. Umberto I vi passava tutte le estati ricevendo principi e imperatori in un’atmosfera fastosa e brillante, tra balli e ricevimenti fino al fatidico 29 luglio del 1900 quando fu assassinato sul viale dei platani. Scivolando da una stanza all’altra degli appartamenti privati s’arriva alla camera da letto di Umberto: il letto dove fu adagiato morente é stato recuperato. In realtà gli ambienti sono sguarniti perché molti furono portati al Quirinale dopo l’istituzione della Repubblica. Dalla morte di Umberto I la villa fu chiusa e abbandonata al suo destino.

All’ala sinistra della reggia si trova la cappella privata, anche questa disegnata dal Piermarini molto simile ad una casetta neoclassica, posta in simmetria con l’edificio della Cavallerizza che chiude l’altro lato del palazzo, non ancora visitabili. Altri edifici completavano le attività della grande villa, attualmente adibiti ad altri usi. Ora privati facoltosi possono affittare le stanze del piano nobile per feste private e sentirsi dei re. Lasciata la villa reale si esce dal parco verso la città di Monza. 

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(Testi e foto di Gabriella Pittari) leggi anche Monza la Milano in miniatura