Pantalica, antica Hybla

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Pantalica, bellezze della storia, meraviglie della natura

«Arrivammo a Pantalica, l'antichissima Hybla, ci arrampicammo su per sentieri di capre, entrammo nelle tombe della necropoli, nelle grotte-abitazioni, nei santuari scavati nelle ripide pareti della roccia a picco sulle acque dell'Ànapo». (Vincenzo Consolo)

Così descrive Pantalica lo scrittore Vincenzo Consolo, nel racconto Le pietre di Pantalica, nel momento in cui egli lascia la caotica e “diversa” Siracusa per abbracciare il silenzio di questa meravigliosa area naturale e archeologica. Ed è proprio questo silenzio paradisiaco, inteso come tranquillità e pace che solo la natura può donare all'uomo, che contraddistingue questo straordinario patrimonio. Il viaggiatore, probabilmente dopo aver visitato il distretto turistico siracusano, potrà purificarsi dai ritmi frenetici e chiassosi del tessuto urbano immergendosi nella realtà incontaminata della cava. Un complesso, esteso fra Cassaro, Ferla e Sortino, tra le valli del torrente Cavagrande e del fiume Anapo, che, nel luglio del 2005, è stato inserito nella Lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO, e nominato, insieme alla città di origine greca: 'Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica'. Il viaggio in questa terra si compie lungo due direttrici: una rimanda alle bellezze della storia e l'altra alle meraviglie della natura. Due assi che inevitabilmente si intrecciano. Lungo la "via della storia" incontreremo la Necropoli di Pantalica con più di 5.000 tombe "a grotticella artificiale" ( XIII e VII sec. a.C.) in cui sono stati rinvenuti numerosi reperti appartenenti ai Siculi. Dall'alto della cava, si potrà ammirare questa curiosa "città della morte" dalle pareti calcaree traforate da oscuri varchi, e immaginare misteriose e ataviche cerimonie funebri. Per l'appassionato di archeologia il viaggiopantalica 1 si arricchirà per la presenza di importantissimi lasciti del villaggio d'epoca bizantina: negli ipogei scalfiti da picchettate si potrà rivivere il tempo che fu con chiesette, oratori e minuscole abitazioni. Per poi imbattersi nei resti megalitici dell’Anaktoron, il Palazzo del Principe, del mitico Hyblone: questi reperti rievocano i fasti della civiltà micenea. Il turista rimarrà incantato dinanzi a quell'immensa valle che si apre alla sua vista. Quella stessa realtà che i poeti greci ampiamente cantarono con il nome di Hybla: una natura arcadica, rigogliosa, verdeggiante, fervente di pascoli cui oggi si contrappone vistosamente la secchezza di una vegetazione a macchia arbustiva dominante e le gole erose profondamente dall'azione delle acque. Artefice di ciò è il torrente Calcinara, affluenete diretto del fiume Anapo, che, scendendo a valle ha creato un profondo canyon con strati di rocce dure e dalle ripide e strette pareti: le "gole di Pantalica". Il viandante comincerà un cammino in discesa, con un passaggio graduale da una zona arida, secca e investita dal cocente sole siciliano a una zona umida, ombreggiata e rigogliosa, per rivivere la freschezza d'un tempo. Osservando il profondo canyon si proveranno emozioni forti e discordanti: ammirazione sincera verso questa naturale opera d'arte ma anche sgomento per le voragini vertiginose e le pareti a strapiombo che si aprono sotto i nostri piedi. Una volta giù, ci si troverà circondati dalla fresca ombra del frondoso platano orientale, immersi in un fondovalle, a tratti boscoso, e si potrà sentire l'odore fresco del sottobosco e respirare un'aria di serenità per lo scroscio dei rivoli. Tra le cose più piacevoli c'è il bagno pantalica 2tonificante nelle gelide acque dei torrenti che ora si nascondono, ora sgorgano a cascata tra i mille cunicoli naturali. Nelle zone più aperte il curioso errante sarà colpito da un concerto coloristico di varie specie floreali: iris, orchidee selvatiche e asfodeli. Guardando il limpido cielo vedrà svettare la poiana o il falco pellegrino scendere in picchiata. Una flora e una fauna in totale armonia. E per l'appassionato di trekking e arrampicate, i sentieri e le ripide pareti formano uno scenario ideale. Infine, lasciando questo posto, solamente chi sarà riuscito a godere fino in fondo del silenzio e della pace di questa natura incontaminata potrà comprendere perché gli antichi ne fecero un luogo sacro. (Francesco Averna)

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