Ad Haarlem continua la visita della città attraversando tutto il centro lungo le strade centrali affiancate da case tutte da guardare con splendide facciate ad alti frontoni decorati, ci sono alcune chiese anche queste degne di nota;
la più importante é San Bavo (Bavone), un complesso di cappelle aggiunte al nucleo centrale che a noi milanesi può far pensare a San Lorenzo. Qui il mare “é entrato nelle chiese”; modellini di vascelli sono appesi alle volte, gli abitanti ringraziavano Dio per il benessere venuto dal mare.
Il museo dedicato al pittore Frans Hals (nato ad Anversa nel 1580) si trova all'interno degli ex chiostri della chiesa domenicana, dietro al municipio. Tra il 1605 e il 1635 si stima che ad Haarlem furono dipinti oltre 100.000 quadri, non tutti si sono conservati, nel ‘600 era sopravvissuta più arte ad Haarlem che in qualsiasi altra città olandese.
L’edonismo individuale nei Paesi Bassi si esprimeva commissionando ai pittori ritratti di famiglia, marito e moglie, in prevalenza due tele separate che appese al muro si guardavano l’un l’altro, austeri, belli o brutti, spontanei, realistici come nelle foto dei nostri tempi. Chi commissionava ad Hals un ritratto doveva liberarsi della vanità, lui garantiva loro un’aria sana e borghese. Il più quotato era proprio Lui: Hals, poco più giovane di Rembrandt. Essere rappresentati da loro era l’aspirazione di molti ricchi.
Le persone ritratte indossano abiti di tessuti preziosi, con colletti ricamati, o con gorgiere, impossibile non notarle, sono i pikadil, collari dalla storia sorprendente. Ai tempi della regina Elisabetta I c’era a Londra in Piccadilly Circus, una casa di piacere la Piccadilly House (cioè la casa dei peccatucci). All’inizio del ‘600 un sarto cominciò a confezionare per i giovani aristocratici londinesi delle vistose gorgiere plissettate che chiamò pikadil, alludendo alla casa di piacere. Quei collari diventarono di moda nei paesi nordici insieme ai colletti di pizzo.
Spettacolari sono i quadri commissionati dagli ospizi per anziani che rappresentano i reggenti dell’ospizio da una parte e le beghine dall’altra, tutti indossano severi abiti neri illuminati da collari e polsini di pizzo bianco.
Monumentali sono le tele dedicate alla Guardia Civica di San Giorgio nonché gli ufficiali della milizia civica i cui adepti furono i principali committenti: sono membri di una gilda, quelle società che ebbero un ruolo fondamentale nell'emancipazione delle città feudali. La visita del museo é davvero appagante.
Oggi andiamo anche ad Alkmaar. La città conserva il suo carattere medievale con strade lastricate e case dal tetto spiovente, le facciate sono in prevalenza di mattoni rossi. Alkmaar era circondata da una cinta muraria quadrangolare su modello dell’antica Gerusalemme. Subì diversi incendi ma fu sempre ricostruita.Tutti gli edifici erano di legno quando nel 1328 un incendio la distrusse quasi completamente. La peste nera era arrivata in città nel 1381 e, secondo una stima dell’epoca, il morbo aveva ucciso 5.000 persone (circa la metà della popolazione di quel tempo).
Il municipio di Alkmaar, in stile tardo gotico (1509/1520) al cui lato é inserita una torretta, é assai particolare con i suoi vistosi abbaini a bordo tetto, ha la facciata decorata con righe bianche orizzontali. Sull’antica piazza della pesa (che risale al 1341), lo storico edificio Waag é un bell’esempio d’architettura rinascimentale olandese; ogni venerdì si tiene il mercato del formaggio per cui l’Olanda é famosa nel mondo. Anche ad Alkmaar c’é un importante museo da visitare é lo Stedelijk : ripercorre la storia e la cultura artistica di Alkmaar e della regione circostante. L’edificio del museo é moderno, arioso con decori orizzontali. Nel museo un piano é dedicato all’assedio tenuto nel 1573 dagli spagnoli guidati da Fernandes Alvarez de Toledo nell’ambito della guerra degli ottant’anni.
Anche Alkmaar é legata ai tulipani, infatti é al centro dell’importante distretto di coltivazione dei preziosi bulbi ed é qui che si tenne la prima asta. La città é famosa anche per la tavola delle sette opere di misericordia del Maestro di Alkmaar del 1504, olio su tavola, conservata al Rijksmuseum di Amsterdam, un racconto medievale, un “fumetto d’epoca”, su tavolette lignee dai vividi colori affollate di personaggi impegnati per le vie della città in diverse attività misericordiose.