Qui ad Amsterdam, é il quartiere di New Port, la zona del vecchio porto quella completamente rinnovata che ora ha i nomi delle isole indonesiane, la più estesa si chiama Java.
Il nostro hotel di Amsterdam é piuttosto periferico in un quartiere di orientali e nord africani ha un aspetto un po’ sovietico, affacciato su una zona verde, non lontano c’è un canale alberato; sulle sue rive é piombato uno stormo di oche selvatiche che indisturbate si riposano sull’erba impegnate a sfamarsi. Che emozione, le guardo ammirata, non mi era mai capitata una cosa simile in una città: qui invece sembrano essere abituati. Non lontano in un canale dove s’affacciano una serie di moderne case a schiera ci sono molti uccelli, gabbiani, piccoli merli neri, vivaci anatre che convivono pacificamente con i residenti. Mi interessano “le mutazioni” architettoniche delle città. Qui ad Amsterdam, é il quartiere di New Port, la zona del vecchio porto quella completamente rinnovata che ora ha i nomi delle isole indonesiane, la più estesa si chiama Java. Alcuni edifici sono appena terminati e non ancora abitati, dominano le trasparenze, il vetro e cemento sembrano luminosi, tutti bianchi, pieni di balconi grandi come terrazze, dove gli abitanti appena possono vanno all’aperto a godersi il sole.
La nostra prossima meta cittadina è il “vascello”, il museo della Scienza, dell’architetto Renzo Piano é un ardito edificio color verde rame “ancorato” sul lungomare, richiama la prua di un enorme nave. Il luogo é animato, s’affaccia dall’alto sulla passeggiata dotata di panchine a filo d’acqua, molte persone sono sdraiate al sole. A fine passeggiata si trova una pagoda cinese, un ristorante che ricorda quelli di Hong Kong.
Sempre a piedi raggiungiamo il centro della città vecchia, quella classica da cartolina, un insieme compatto che si caratterizza per la semplicità architettonica e solennità delle facciate con i tetti a capanna dai frontoni decorativi allineate lungo i canali: abitazioni che sorsero prevalentemente nel XVII secolo, l’epoca d’oro dei Paesi Bassi.
La piazza centrale, piazza Dam é dominata dal Palazzo Reale noto anche come Municipio, ha un frontone a tempio greco; a causa dei molti lavori in corso, é poco godibile alcuni edifici sono coperti da teloni azzurri con immagini di colombe e la scritta “libertà” in diverse lingue. Tanti ragazzi e ragazze sono seduti a chiacchierare; adoro incontrare mondi eterogenei.
Per visitare la casa di Rembrandt nel quartiere ebraico costeggiamo alcuni canali decorati con biciclette colorate piene di fiori: la bicicletta è il simbolo della città, attraversata da numerose piste ciclabili.
La casa dove Rembrandt visse con la moglie Saskia, donna di ottima famiglia che sposò anche per interesse, è una torre a tre piani uniti da una scala a chiocciola di legno scuro. Le stanze sono arredate con bei mobili e oggetti come si addice ad una ricca famiglia di quell’epoca, alle pareti ci sono alcuni quadri suoi. Lo stile pittorico di Rembrandt é il barocco, con cui, ritrasse importanti personaggi, con una straordinaria capacità di penetrazione psicologica, personaggi raffinati per una ricchezza di particolari straordinaria: abiti preziosi, gioielli. Rembrandt ha ritratto spesso anche se stesso, quasi sempre in atteggiamento riflessivo.Le sue opere presentano scene bibliche e allegoriche; inizialmente erano tele piuttosto piccole, rappresentava ambienti un po’ tetri, poco luminosi dai colori contrastati, era attratto dalle oscure forze della natura. I paesaggi li realizzò sempre più spesso a stampa, o acqueforti. Col tempo cambiò stile, dipinse opere di grandi dimensioni, unica nella storia dell’arte resta la “Ronda di notte”, un’opera incredibile che vediamo al Rijksmuseum.
I colori sono più decisi, i personaggi più particolareggiati, la scena é decisamente teatrale grazie all’uso degli effetti luminosi e dei chiaroscuri. Il quadro rappresenta 31 membri della corporazione degli archibugieri pronti per una parata, tutti indossano abiti eleganti e raffinati, portano in testa cappelli di diverse fogge, i volti sono ben delineati: é una magnificenza. Purtroppo un vetro antiproiettile rende difficile l’osservazione creando orribili riflessi.
Per conoscere meglio Rembrandt andiamo a Leiden (Leida), ci capitiamo in un giorno di festa. Rembrandt é nato a Leida nel 1606, una piccola graziosa città che si stende lungo le rive del Vecchio Reno, con case settecentesche dalla tipica architettura nordica in un’atmosfera gioiosa, tra queste si trova la sua casa natale.
La famiglia di Rembrandt era benestante: il padre mugnaio, la madre figlia di un fornaio. E’ cosa certa che il pane é sempre stato un alimento essenziale. Il grande pittore frequentò l’università di Leida, la più antica del paese risalente al 1575, e in questa città aprì il suo primo studio, ma diventò così famoso ad Amsterdam come ritrattista, che presto vi si trasferì definitivamente, nella casa da noi visitata. I suoi quadri sono in tanti musei del mondo, all’Ermitage di San Pietroburgo un’intera sala é dedicata a Rembrandt, tra queste tele spicca il suo famoso quadro “Il ritorno del figliol prodigo”. (Testo e foto di Gabriella Pittari)
Rembrandt, Public domain, via Wikimedia Commons