Rotterdam, capitale di architettura, capitale di bellezza.
Venendo da Delft l’ingresso a Rotterdam é scioccante, grattacieli dappertutto di fogge molto diverse che sembrano venire contro l’automobilista come una minaccia. Non sembra di essere entrati in una città ma tra grattacieli sparsi e belle vecchie case sopravvissute. Non si capiscono né le strade né gli svincoli quando all’improvviso si materializza un bellissimo ponte detto “il cigno”, disegnato da Benvan Berkel datato 1996, lo attraversiamo per vedere da vicino l’originale quartiere di case gialle, grossi cubi dell’architetto Pieter Blom, sollevati su trampoli di cemento: un’architettura davvero particolare, non so però come possa essere abitare in questi appartamenti con le finestre così bizzarre: sembra irreale, anche se il quartiere ha ormai più di 22 anni.
Non lontano un’altra costruzione vanta i suoi corposi tubi gialli: é la gigantesca Biblioteca Pubblica del 1980, di Van Den Broek&Bakena. La zona del vecchio porto Kop Van Zuid é la più estesa di architetture contemporanee.
Nel 1940 un bombardamento tedesco rase quasi al suolo Rotterdam facendo sbizzarrire negli anni ’80/90 del secolo scorso famosi architetti e designer per la sua ricostruzione d’avanguardia. Un enorme disco attira la mia attenzione, é la copertura di una stazione di metrò. Guardando sotto la tettoia si nota un posteggio di biciclette fitto fitto di bici: mi domando come facciano i proprietari a ritrovare la propria bicicletta, forse per affezione! Tutt’intorno gira una panchina continua, alcune signore “orientali“ mangiucchiano sedute a chiacchierare, mi é parsa una bella immagine di comunità multietnica, mi fa pensare alle babushki dell’Asia Centrale (nell’Uzbekistan).
Non lontano si alza un condominio a U rovesciata, all’interno della U si svolge uno strepitoso mercato. Entriamo ed é come tuffarsi nei colori, un bailamme di persone gira tra i banchi, sui muri e sul soffitto sono proiettati giganteschi fiori e verdure che scorrono senza sosta, girando tra le bancarelle ci s’inebria dell’odore di spezie aromatiche. Un luogo psichedelico, una discoteca culinaria, chissà?! Usciti dal mercato, all’aperto si stende un altro mercato “vivo” di un mondo antico in evoluzione, in prevalenza i venditori sono asiatici, vendono di tutto, é un luogo “di rimembranza” per i migranti di quei paesi lontani che si ritrovano tra i loro odori, i loro cibi, i loro ricordi: commuovente.
Giriamo per caso in una stradina che s’affaccia su un angolo del vecchio porto, forse l’ultimo rimasuglio dell’antico: quasi un’emozione.
Nel museo Boijmans Van Beuningen (un edificio del 1849) sono custodite le opere di due collezionisti: Frans Jacob (Boymans (1767-1847) e Daniel George van Beuningen (1877-1955) tutte degne di essere viste. Ma il deposito delle opere del museo, aperto al pubblico, é sorprendente. Si tratta di un edificio ovale riflettente, sembra fatto di specchi, all’interno si può scegliere cosa vedere. Questi due edifici così diversi si trovano nel Museumpark, uno spazio verde tardo-postmoderno realizzato da Yes Brunier e da OMA é il centro culturale per eccellenza di Rotterdam grazie ai suoi cinque musei.
Il quartiere Lijnbaan fu il primo ricostruito dopo la guerra (nel 1953): le strade dritte a scacchiera sono affiancate da edifici con negozi di vario tipo che s’alternano a ristoranti, pasticcerie; uno schema diffuso in tante città europee. La gente per le strade a quest’ora mattutina é soprattutto femminile, molte sono le signore “velate”, anzi sono la maggioranza; per tradizione le mogli dei musulmani non lavorano: “i mariti non lo vogliono”, loro non sembrano dispiaciute sono vivaci, chiacchierano, ridono, trascinano bimbetti per mano. Facciamo un su e giù tra queste vie, meno interessanti se non fosse per le persone che le percorrono. Arriviamo alla piazza del vecchi municipio.
Infine lasciamo Rotterdam, il più grande porto d’Europa la seconda città più popolata dei Paesi Bassi dopo la capitale Amsterdam. (foto e testi di Gabriella Pittari)
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