Non si può che restare incantati nel visitare Delft, la cittadina dove visse e lavorò il pittore Vermeer.
L’Olanda aveva preso parte alla Guerra degli Ottant’anni contro il dominio spagnolo (1568-1648) che si concluse con la Pace di Vestfalia e la sua indipendenza dalle Province Unite. Girando tra gli stretti vicoli di Delft cerchiamo di ritrovare quell’atmosfera che ci sembra di cogliere nei quadri dell’epoca, ma l’Olanda é molto cambiata é un paese moderno. L’antica cittadina ha case in prevalenza di mattoni, strette le une alle altre con tetti decorativi a capanna merlati da cui spuntano i camini. Sulla piazza del mercato la vecchia chiesa gotica di Sant’Ippolito, insieme alla nuova chiesa di Sant’Orsola sono dominate in alto dalla torre; di fronte il municipio é un edificio perfetto. Fede e laicità si confrontano sull’animata piazza.
In Olanda la pittura era un’arte fiorente, gli artisti dipingevano quadri per la corte, per i nobili, per i prelati mentre andava affermandosi una nuova classe sociale: la borghesia. Un contributo importante all’affrancamento del Paese arrivò dalla prosperità economica dovuta al flusso di beni e spezie provenienti dalle colonie soprattutto da quelle d’oriente che influenzarono l’arte, la cucina e il gusto estetico degli olandesi, in un momento in cui andavano acquietandosi gli scontri religiosi e le persone cominciavano ad occuparsi di se stesse. Il benessere rende meno impellente la fede. La pittura di Vermeer fu prevalentemente laica. La laicità diventò il merito principale della pittura dell’età d’oro olandese nel XVII secolo.
Gli olandesi avevano buone scuole frequentate anche dalle donne, come dimostrano i suoi quadri dove ritrae signore che leggono lettere, si presume d’amore, il che dimostra pure una certa libertà di costumi. I soldi giravano, i ricchi mercanti compravano quadri, tappeti, ceramiche, per ornare le loro belle case. La casa era il luogo dell’incontro, dove si mangiava, si ascoltava la musica, si ballava, si scambiavano le idee. Le signore indossavano gioielli, soprattutto perle. I ritratti di Vermeer ci mostrano belle signore vestite con ricchi abiti di tessuti ricercati, ingioiellate soprattuto di perle. Le perle venivano dall’oriente, erano molto costose, erano pescate a mano per immersione. Una perla per formarsi impiega un gran tempo, inoltre trovarle perfette e tutte uguali era cosa rara.
Delft é famosa anche per la ceramica bianca e blu d’ispirazione cinese Ming, per conoscerla andiamo a visitare la fabbrica.
A Delft per scoprire l'incantevole Olanda di Vermeer
Tornando a Vermeer, suo padre Reynier Jansz si era trasferito da Anversa ad Amsterdam per specializzarsi nella tessitura della seta. Dopo il matrimonio era andato a vivere a Delft. Col tempo acquistò un albergo in ottima posizione sulla piazza del mercato, frequentato da illustri pittori. Questo fu l’ambiente sociale in cui nacque Vermeer il 31 ottobre 1632. Non si conosce di preciso la sua formazione culturale, é però noto che il suo apprendistato cominciò nel 1647 nell’atelier di Carel Fabritius, ex allievo di Rembrandt.
Vermeer di fede calvinista, sposò la gelosissima Catherina Bolnes fervente cattolica: ebbero 15 figli (4 morirono). Presto la coppia si stabilì nel quartiere papista di Delft a casa della suocera Maria Thins, donna benestante, che aiutò il genero ad imporsi nel mondo dell’arte. I tavoli, i tappeti, i tendaggi e i quadri nei quadri che rappresenta Vermeer sono della casa di Maria dove Il pittore aveva il suo studio. In quasi tutti i quadri l’artista stende su quei tavoli magnifici tappeti orientali, così di moda all’epoca.
Quei tappeti provenienti dalla Turchia e dalla Persia transitavano dalla Transilvania (Romania) diventata il principale luogo di raccolta e di commercializzazione per l’Europa. E che dire delle mappe geografiche rappresentate in alcune sue opere?! Anche queste indice di cultura e ricchezza, erano molto rare e costose. La morte di Vermeer nel dicembre 1675 fu accelerata dall’afflizione per problemi finanziari: il pittore lasciò alla famiglia numerosi debiti.
Vermeer ritrasse soprattutto donne in ambienti familiari. Molto presente nelle sue opere é il vino e il commercio dell’amore; al suo tempo temi di vita reale. Scopo della sua pittura sembra quello di evidenziare il comportamento delle persone mettendole in guardia, invitandole a rimanere vigili. La sua tavolozza ha tinte vivide e delicate: il pittore fa un uso del blu oltremare (ricavato dalla polvere di lapislazzulo) che non ha uguali. Vermeer é stato un vero maestro della luce.
Considerato il suo capolavoro è il quadro “la lattaia”, realizzato con la tecnica pointillé che anticipa il pointllisme degli impressionisti: del resto furono loro a riscoprirlo. Il suo più complesso quadro storico é “l’allegoria della pittura” un’opera complessa che fa pensare.
Vermeer dipinse solo due paesaggi urbani, “La stradina” e “La veduta di Delft” dove la staticità del paesaggio é interrotta da cupe nuvole trafitte dai raggi del sole che investono un quadrato giallo dando all’immagine una modernità assoluta. P.S. I quadri di Vermeer si trovano nel museo di Amsterdam Rijksmuseum, e all’Aia nel Maurishuis. (testi e foto di Gabriella Pittari)
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