"L'isolamento era durato troppo, avevamo bisogno di bellezza. Dopo la pandemia siamo andati a cercarla in Olanda".
Il primo pittore di cui vi voglio raccontare é Hieronymus Bosch.
Siamo andati nella cittadina in cui ha vissuto per vedere la sua casa, e cercare di capire quale fosse il suo ambiente, quale potessero essere i suoi pensieri o le sue paure che l’hanno portato a dipingere i suoi enigmatici capolavori. A differenza di noi, al nord in Olanda i pittori, gli esploratori, i letterati che diventavano famosi prendevano i nomi dal luogo in cui abitavano, fu così che Bosch arrivato a ’s-Hertogenbosch nel 1426 (vuol dire bosco ducale) scelse Bosch come nome d’arte: il suo cognome originale era van Aken; le sue origini erano forse tedesche, la famiglia era di Aquisgrana.
Arriviamo a ’s-Hertogenbosch dopo aver visitato il paese natale di Van Gogh: Zundert. Oggi é una domenica piovosa e c’é poca gente in giro, facciamo fatica a trovare la casa di Van Gogh che a quanto pare é la ricostruzione di quella autentica che fu demolita e ricostruita dopo che Van Gogh diventò il famoso pittore che tutti conosciamo. Il paese é piuttosto anonimo.
Apprezziamo però il bronzo dello scultore francese d’origine russa Zadkine dedicata ai due fratelli Vincent e Theo. (immagine di copertina) Lasciamo il paesino, ma avremo modo di riparlare di Van Gogh.
Purtroppo oggi il tempo é piovoso, quando arriviamo a ’s-Hertogenbosch il cielo si é rasserenato, il paese é delizioso. Il centro dall’impronta medievale é molto animato c’é ancora il mercato della domenica, i palazzi della piazza con i tetti tutti diversi sono armonizzati tra loro.
La casa di Hieronymus Bosch é sulla piazza del mercato: non si può sbagliare, la segnala la statua dell’artista circondata dalle bancarelle del mercato di antica tradizione. La cattedrale gotica é una signora chiesa. Alla fine del ‘400 ’s-Hertogenbosch era una città importante del Ducato di Brabante ricco snodo commerciale, sede di industrie tessili, vivace centro culturale e religioso.
Percorriamo incuriositi le viuzze tra i piccoli canali. Incontriamo diversi draghi nascosti tra fontane. Ci sediamo per uno spuntino prima di visitare la casa museo all’orario stabilito: la visita é programmata, sarà proiettato un video che si rivelerà assai originale tra onirico e surreale in cui Bosch sembra anticipare la psicanalisi molto prima che Freud la scoprisse. La proiezione ci introduce prima al paese poi lancia sullo schermo molti particolari dei quadri di Bosch “frantumati”: fantastica! Finito il filmato giriamo nelle stanze e ci sentiamo come in un teatro di posa invitati a scegliere le scene per lo spettacolo.
Recentemente abbiamo visto i suoi quadri a Palazzo reale a Milano. Nel trittico del Giudizio Universale, che si trova a Vienna, Bosch rappresenta il Paradiso cui ascendono le anime beate verso la luce, verso Dio, molte sono donne nude, esili, esangui, rigide come manichini sorretti da angeli vestiti, sparsi dappertutto su uno sfondo cupo. Minuzioso é il disegno dei tormenti che aspettano i peccatori durante l’Apocalisse. Il mondo di Bosch é sempre pieno di persone in ambienti inesistenti, incomprensibili, terrorizzanti. L’inferno é animato da rospi, civette, pipistrelli, animali mostruosi grotteschi e innaturali. Qui l’artista mette in scena la follia umana in un lussurioso Giudizio dove la bellezza umana diventa sospetta fonte di peccato che porta alla rovina. Gli umani devono essere pronti ad affrontare il Giudizio di Dio. Bosch probabilmente temeva le pene dell’inferno e ne rappresenta i pericoli in un modo onirico e visionario, seguendo il pensiero corrente della sua epoca.
Il Giardino delle delizie databile 1480/90 è il suo capolavoro, rappresenta la Terra durante la Creazione, un mondo pullulante di uomini e donne minute, tutti sono nudi impegnati in attività incomprensibili. Sullo sfondo di quel mondo assurdo e fantastico c’é un laghetto circondato di fiori giganteschi all'apparenza meccanici al cui centro si alza una sfera, forse una fontana: i colori sono tenui, pastello, affascinanti, quest’opera acquistata all’asta da re Filippo di Spagna, si trova al Museo Prado di Madrid. Anche se si potesse restare un giorno intero davanti a queste opere la vista non riuscirebbe a materializzare tutte quelle figure che la mente di Bosch ha saputo rappresentare. (testi e foto di Gabriella Pittari)