Berlino
dove si integrano passato e futuro
Berlino è una città memoriale, la sua complessa storia è fatta di sovrapposizioni e cancellazioni, il suo aspetto attuale è il risultato della capacità germanica di saper risorgere dai propri errori.
Per realizzare la città della riunificazione i berlinesi hanno invitato architetti importanti in grado d’armonizzare edifici moderni e luminosi con i pesanti palazzi storici precedenti, alleggerendone la gigantesca presenza senza occultarne la presunzione di grandiosità. La tradizione della buona architettura era intrinseca in una città che negli anni 20/33 del secolo scorso aveva vissuto l'inebriante stagione di Weimar con l'architettura della Bauhaus, era la Berlino delle pagine di C. Irsherwood in “Addio a Berlino”, quella del fervore intellettuale che tutta Europa invidiava, finita nell'abisso dell’hitlerismo. La porta di Brandeburgo da simbolo della divisione della Germania, è diventata il punto di riferimento della riunificazione non solo della città, ma del paese intero. A guardarla bene nonostante la sua aspirazione alla classicità greca, se ne individua a fior di pelle la rigida interpretazione germanica. Da quell’arco passava, da quel fatale 13 agosto 1961, il Muro della vergogna, diventato la nuova identità della città divisa per 25 anni, il suo mito moderno: “Il cielo diviso”come dice la scrittrice Christa Wolf. L'acropoli dell'isola dei musei ha un'aria marziale, le colonne doriche sono soldati schierati. I musei sono superbi, perché Berlino è una città di cultura. Nel Pergamon Museum sono esposte opere d’altissimo livello, frutto di raccolte di studiosi e archeologi che, avendo diretto scavi nei paesi più importanti del Medio Oriente, si sono appropriati di un bottino non indifferente, come l’Altare di Pergamo, la porta del mercato di Mileto, la porta di Ishtar di Babilonia. Visitandolo si piomba in un passato medio orientale fuori dai confini reali, un viaggio onirico non indifferente.
Il centro pulsante di Berlino é tornato ad essere Aleksanderplaz con il bel municipio di mattoni rossi, sobrio ed elegante nella sua semplicità: fa il paio con la medievale Marienkirche, di rito evangelico, sopravvissuta alla guerra. Da notare é l'elegante fontana del Nettuno. La palla lanciata verso il cielo della torre della televisione é un faro visibile in ogni luogo. Berlino é anche una città di cupole e di muri, il Muro é diventato il tormentone dei suoi abitanti, alcuni pezzi sono monumenti, e alcuni monumenti sono semplici lastre che si rifanno al muro. Il tratto più lungo di Muro autentico é il libro del sofferto passato, diventato un modo vivace per ricordare senza più soffrire: murales dai colori sgargianti raccontano… Se a Parigi le simmetrie cittadine sono fatte di archi, qui ci sono richiami di cupole. Lo splendido “imbuto” della cupola del Reichstag dell'architetto Foster si completa nella cupola fluttuante di Potsdamerplaz: un inconscio gioco tra tragico passato alleggerito dalle trasparenze di una originale cupola e il fluttuare di un'altra in moto perpetuo, una vela abbandonata al vento del futuro, all’incertezze dalla storia. Sulla cupola del Reichstag si sale a spirale per dominare la città dall'alto aggirandola da tutti i lati. Ma non é il panorama l'attrattiva principale, bensì la cupola stessa che s'avvolge su un imbuto di specchi sfaccettati che riflettono e rifrangono persone e cose fino in cima, dove un cerchio aperto sul cielo di Berlino accoglie l'acqua delle piogge e le riutilizza nel sistema di riscaldamento e areazione della sala parlamentare. (Gabriella Pittari)
Fine prima parte
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