La Kamcatka fa parlare di sè solo quando alza la voce...del sottosuolo. E' allora che il suo frastuono incuriosisce. Scopriamola insieme.
Sono stata in Kamčatka nel lontano settembre 1995, Gorbačëv aveva dovuto lasciare la sua carica a El’cin e la Russia era in pieno scompiglio.Il volo per la Kamčatka partiva dall’aeroporto Domodedevo alla 1:15 del 10 settembre, durava 8 ore e 40 minuti, attraversando 9 fusi orari. Sentiamo il brivido della lontananza, come una scossa: andiamo in una terra sconosciuta, patria di sciamani. All’arrivo il cielo é squarciato da luci radenti, per noi inusuali. I colori sono intensi, una tavolozza di verdi, gialli, rossi, i colori dell’autunno che qui sembra impazzito. Non fa particolarmente freddo (15°), il clima è mitigato dalla sua posizione sull’Oceano Pacífico.
La capitale della penisola Petropavlovsk-Kamčatskij é in festa, oggi é il giorno della fondazione della città. Petropavlovsk fu fondata nel 1740 dall’esploratore danese Vitus Bering, che ha dato il suo nome allo stretto di Bering. I fuochi d’artificio accendono la notte di vita, tutti gli abitanti sono in strada, fluttuano lungo la via principale. La statua di Lenin sulla piazza centrale controlla, un po’ meno di prima i suoi cittadini proteggendoli sotto il suo pastrano svolazzante. Quando si fa buio, in cielo appaiono il Gran Carro e Cassiopea, domani sarà bel tempo, speriamo. Siamo arrivati qui allo sbaraglio, per conoscere la natura selvaggia della tundra dai sorprendenti colori smaglianti, circondata da almeno 160 vulcani di cui 29 attivi, dove vivono gli orsi bruni più grandi del mondo, insieme a lupi, volpi, alci, leopardi, aquile: insomma un ambiente ancora poco contaminato.
Famosi sono i giganteschi salmoni della Kamčatka: il salmone reale, il Keta, l’argentato, il rosso, il rosa, e non dimentichiamo i granchi giganti che noi conosciamo solo in latta. Durante la stagione della cattura dei salmoni tutti gli abitanti, proprio tutti, compreso gli studenti, sono ingaggiati per catturare quegli splendidi esemplari. (Forse ora non é più così). Per entrare un po’ in atmosfera, con il minibus locale c’inoltriamo verso nord per un giro della penisola. Scopriamo che non é poi così piccola dato che é una volta e mezzo più grande dell’Italia.
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Alla Valle dei Geyser di Kranockij, si arriva solo in elicottero. Durante il volo da Mosca mi sono informata con il mio vicino di posto su come fare per andarci, l’impresa si rivela complessa. All’arrivo in albergo a Petropavlovsk mi attacco al telefono e riesco a combinare: l’elicottero della forestale tra qualche giorno andrà alla riserva ecologica Kranockij, nella valle dei geyser e ci prenderà a bordo. Nel parco vivono alcuni guardaboschi della forestale, regolarmente approvvigionati dagli elicotteri. Il loro compito é curare e studiare l’ambiente, proteggere la flora e la fauna dai bracconieri, prevenire eventuali pericoli.
Finalmente si parte, ci vorrà un’oretta e mezzo per essere al parco. In elicottero sono seduta al finestrino e il russo al mio fianco mi segnala gli orsi nei fiumi, io non li vedo, finalmente ne intravedo uno grazie all’enorme salmone che stringe tra i denti, ne adocchio un altro nel bosco alle prese con delle bacche, ancora un altro sulla riva di un fiume. Mai avrei pensato di vedere gli orsi dal vivo nel loro ambiente naturale. Sulle rive dei corsi d’acqua svolazzano papere e uccelli. L’acqua dei ruscelli che graffiano il tappeto erboso s’insinua tra betulle e ontani. Lungo il litorale dell’oceano Pacifico s’intravedono spiagge di sabbia nera con massi scuri dove s’aggirano grossi gabbiani a caccia di pesci. Sbarchiamo in una natura assolutamente selvaggia, astratta, solcata da acque scroscianti coperte da vapori caldi che ogni tot lanciano in aria, dal centro della terra, getti sulfurei di 19/25º non proprio profumati: l’effetto è impressionante, bellissimo.
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Per noi è previsto un giro di un paio d’ore. Tra i geyser sono state inserite delle passerelle di legno per esplorare la zona in una passeggiata circolare che tocca i punti più belli. Pioviggina impedendoci di vedere la cornice di vulcani che circonda questo parco in capo al mondo, mi dispiace tantissimo. Ci preparano un frugale pasto e poi riprendiamo l’elicottero, purtroppo la pioggia non ha mai smesso di infastidirci. Al ritorno rivediamo le praterie offuscate dalla pioggia, sono sempre eccezionali, non dimenticheremo questa natura così diversa dalla nostra. Ci resta la delusione per non aver visto i vulcani. Nel 2007 gran parte della valle di Kranockij é stata distrutta da una colata di fango: che fortuna averla vista nel suo splendore, anche se così tanto tempo fa!
Nei giorni di fine luglio 2025 un terremoto di magnitudo 8:8 ne avrà trasformato ancora una volta la fisionomia. Una vera disgrazia forse, però la trasformazione avvenuta potrebbe offrire un’altra possibilità di bellezza. Chissa?
Testi e foto di Gabriella Pittari
2025 OPALA Kamciachkta Di Отачкин Алексей УчастникGistereziz da wikipedia