In questa nostra epoca in cui quasi non si studia più la geografia ma si viaggia, le carte geografiche sono diventate ingombranti. Suggerisco invece di dare un’occhiata all’Atlante e soffermarsi sull’Indonesia, può essere un’esperienza interessante prima di intraprendere un viaggio da quelle parti.
L’Indonesia é una nazione di isole: Sumatra, Giava, Bali, Lombok, Sulawesi e molte altre fino alla Nuova Guinea, formano nell’Oceano Indiano un anfiteatro di 17.508 isole. I suoi abitanti sono più di 270 milioni, é il quarto paese più numeroso al mondo. Molte genti sono passate da quest’arcipelago e si sono fermate mischiandosi. Tutte queste isole hanno avuto un destino comune ma anche storie proprie.
L’espansione turistica é iniziata nel 1975. Ora andare in Indonesia non é più così di moda per gli europei come lo fu negli anni ‘80/90 del secolo scorso. A frenare il turismo sono stati anche gli attentati e gli tzunami. L’attentato del 2002 contro i turisti a Bali ha causato 202 morti. Un terremoto con conseguente tzunami ha provocato più di 200 mila morti e distruzioni immani. Nel 2004 un altro tzunami, ha ucciso 167 mila persone solo sull’isola di Sumatra. Del resto negli arcipelaghi della Sonda ci sono più di 150 vulcani attivi. Dopo una buona ripresa il turismo é ora bloccato dal coronavirus.L’Indonesia subì tre secoli di colonizzazione olandese prima di ottenere l’indipendenza il 17 agosto 1945. L’Olanda, fondando nel 1602 la Compagnia delle Indie Orientali, s’appropriò ed esportò le preziose spezie di cui é ricca la nazione.
L’isola più frequentata dal turismo europeo e internazionale era ed é Bali, una lacrima di terra a forma di pesce tra Giava e Lombok, un paradiso immerso in una storia antica. L’occhio azzurro di quel pesce è liquido, è il lago Batur al lato del vulcano omonimo alto 3000 m. La lisca del pesce è una serie di vulcani di cui alcuni attivi. I primi abitanti di Bali si pensa fossero cinesi di Taiwan insieme a gruppi di melanesiani. Bali già prima del VII secolo commerciava con la Cina e l’India. Mercanti cinesi e indiani diffusero il buddismo e l’induismo, in seguito arrivarono gli arabi che fondarono diverse colonie marittime diffondendo la fede musulmana e facendo adepti. Attualmente ci sono a Bali molti musulmani provenienti da Giava venuti a lavorare nel turismo. L’induismo era approdato sull’isola di Bali con un gruppo di indiani in cerca di una nuova patria. Induisti si nasce; la fede è basata sull’organizzazione sociale in caste. Attualmente la popolazione autoctona è in maggioranza induista, una fede che conserva parecchie tradizioni animistiche. Bali e Giava sono molto vicine e i legami tra le due isole sono di antica tradizione, spesso matrimoni di principi regnanti hanno legato i loro destini, senza fini dinastici di tipo europeo.
L’organizzazione sociale a Bali é molto complessa, si rispetta una divisione in caste semplificata ma complicata dalle lingue, sull’isola si parlano diversi idiomi secondo la casta d’appartenenza anche se al giorno d’oggi tutti devono parlare la lingua nazionale. Bali conserva uno spiccato senso dell’arte sia nella sua semplice ed elegante architettura che nella musica e nel teatro dove tutto é ispirato dalla fede e dalla rigogliosa natura, magica. Un ambiente spettacolare dove la biodiversità è totale, nonostante il turismo massacratore di diversità. Anche il turismo sfrenato che al servizio del dio soldo ha scalfito un’equilibrio quasi mistico, si é arroccato in pochi luoghi: sulle spiagge di sabbia bianchissima, le più belle di Kuta e Sanur. Lungo le vie principali di Kuta alcune strutture turistiche gestite per lo più da stranieri hanno ricreato un’atmosfera tropicale di buon gusto per clienti danarosi.
Ci sono comunque altre spiagge alcune di sabbia nera altrettanto belle. Le bellezze dell’isola restano circoscritte e vanno assaporate con calma. Si può girare tra villaggi racchiusi in mura di mattoni alzati per difendere gli abitanti dalle presenze occulte degli spiriti maligni, retaggio della religione animista delle origini; il culto degli antenati pretende ancora grande rispetto. Tutto qui ha una matrice divina, le montagne, le sorgenti, la terra, gli alberi, la natura tutta. Intermediari per gli esseri umani sono gli sciamani e i sacerdoti. La popolazione é scaramantica, le persone sono gentili e disponibili. ( fine prima parte) Testi e foto di Gabriella Pittari.