Mongolia, il Naadam l’Olimpiade dei nomadi

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Ogni anno dal 1921 nel mese di luglio i mongoli si riuniscono per celebrare il Naadam, la festa dell’orgoglio nazionale e ricordare la loro indipendenza rievocando le epiche gesta di Gengiz Khan, il condottiero conquistatore.

Aforismidiviaggio Ulan Baatar Naadam corsa cavalli 2 risultatoPer due giorni nello stadio centrale di Ulan Bator si ritrova tutto il popolo per assistere alla cerimonia d’apertura delle gare dei tre sport fondamentali: la lotta, il lancio con l’arco e la corsa dei cavalli. Ci sarebbe invero un quarto sport tipico, la caccia con il falcone, ma non è praticabile in città. I tre incontri del Naadam sono prove di forza dove i vincitori dimostrano la loro abilità e la loro potenza fisica. Uomini grossi e corpulenti si affrontano in una specie di ring e se le suonano di santa ragione, un vero scontro tra “titani” che sembrano aver superato una cura all’ingrasso. Titano è il titolo che prenderà il vincitore assoluto, colui che ottiene almeno due titoli nazionali. Falcone invece sarà colui che avrà superato cinque incontri.

Aforismidiviaggio Ulan Baatar Naadam 2 risultato Spettacolari sono per gli appassionati le sfide tra arcieri vestiti come antichi guerrieri che devono centrare dei barattoli posti a 75 metri di distanza. Canti ossessivi sostengono la gara, si placano solo nel difficile momento dei lanci. Impossibile per noi capire gli avvenimenti sportivi che si svolgono al centro dello stadio. La corsa dei cavalli è all’aperto. Perpetra nei mongoli la loro comunanza con il cavallo. Dalle tribune montate nella steppa s’assiste alla partenza del gruppo dei giovani partecipanti che si vedono solo sfrecciare come razzi e scomparire come striscia multicolor nel verde intenso della steppa: sensazionali! I cavalieri sono giovanissimi possono avere anche sei anni. I cavalli sono puledri di quattro, cinque anni. All’arrivo i veri festeggiati sono i cavalli di una bellezza epica.Aforismidiviaggio Ulan Baatar Naadam corsa cavalli 5 risultato

Sono stata in Mongolia più di una volta, ma nel 2006 ho avuto la fortuna di assistere ad un Naadam speciale, spettacolare, quello per festeggiare gli 800 anni della fondazione dell’impero di Gengiz Khan. Prima delle gare si assiste alla cerimonia d’apertura dei giochi con una sfilata delle diverse etnie nei costumi nazionali del glorioso periodo medievale, l’epoca del grande Impero Mongolo. Guida la sfilata il condottiero Gengiz Khan impersonato da un attore che saluta la folla in sella ad uno splendido destriero bianco. In un settore delle tribune ci sono giovani che disegnano quadri geometrici di diversi colori. Altri giovani nell’arena compongono figure sventolando fazzoletti colorati. Alla sfilata partecipano i monaci (forse anche questi attori) che indossano le maschere con cui ai templi buddisti si celebrano le feste religiose.

Aforismidiviaggio Ulan BaatarNaadam famiglie risultato Nel XVII secolo la Mongolia era prevalentemente una nazione di fede buddista, i monasteri custodivano 108 maschere, il numero magico del buddismo tibetano. Per noi stranieri è la sfilata la manifestazione più attraente, con la partecipazione di così tanta gente riunita allo stadio per la cerimonia. Questa assemblea popolare mi fa pensare che il Naadam possa essere la rievocazione folklorica del Kuritai, l’assemblea che all’epoca di Gengiz Khan, quando un capo moriva, si riunivano a Karakorum dalle diverse sedi, tutti i rappresentanti nobili delle tribù per l’elezione del sostituto. Tutti, proprio tutti portano tra le mani una sciarpa votiva bianca, la stessa che di solito i fedeli omaggiano alle statue dei Buddha in Tibet. Su un lato dello stadio sono schierati i musicisti con i loro strumenti tipici, suonano musiche tradizionali per le nostre orecchie abbastanza stridenti più simili al frusciare del vento o allo stormire degli alberi.

Aforismidiviaggio Ulan Baatar Naadam figuranti risultato La quantità di orchestranti é sbalorditiva. La massa delle persone in costume e le maschere che spuntano tra le teste in movimento, é un’onda di colori che seguiamo zigzagando con lo sguardo. Famiglie intere assistono allo spettacolo indossando abiti “antichi” rispolverati per l’occasione; splendidi abiti di seta così diversi dai nostri, cappelli alti come torrette: tutto é speciale. Guardando quelle sete cangianti dai disegni cinesi intuiamo quali fossero i legami con l’odiata Cina (che li aveva dominati) con la quale nell’antichità i mongoli scambiavano i loro veloci destrieri temprati al terribile clima del paese, con sete, te e prodotti agricoli di quel popolo sedentario che disprezzava “i barbari” tanto da cercare di arginare le loro incursioni con una muraglia, ma che nello stesso tempo invidiava la loro incredibile mobilità, possibile anche grazie a quei cavalli così belli e forti. L’eterna lotta tra nomadi e sedentari.Aforismidiviaggio Ulan Baatar Naadam figuranti 2 risultato

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