"Glorioso mare, sacro Baykal" con questi versi comincia la canzone dedicata al lago più profondo del mondo,
senz’altro il più affascinante. Viaggiamo incollati ai finestrini del treno, attratti da questo paesaggio muto, immobilizzato nel ghiaccio. Solo macchie di villaggi qua e là, un gregge di pecore, alcuni cavalli dal manto lungo e mielato, interrompono il ferma immagine. Ripenso alla descrizione memorabile dell’arciprete Avvakum, lo scismatico dei Vecchi Credenti e mi commuovo.Il mare di ghiaccio abbagliante si profila senza orizzonte davanti ai nostri occhi. S'intuisce la riva di questo mare solo perché i boschi di pini siberiani ne seguono le sinuosità naturali, mentre le betulle formano steccati bianco su bianco, appena percepibili. Arrivati al lago, un'enorme distesa abbagliante, scendiamo su una spiaggia mimetizzata e ci avviamo per una passeggiata surreale verso l’infinito. Mettendo i piedi sulla superficie del "mare" capiamo che non é liscio come sembrava da lontano, sotto la neve si sono congelate le onde formando lastre di ghiaccio trasparenti come vetri conficcati nel lago, sembra di camminare sugli scarti di un vetraio impazzito. Il ghiaccio scricchiola come vetro che si frantuma ed é tagliente, se si spezza taglia le mani e non si scioglie. Ci sentiamo in balia di una natura spietata che attrae e spaventa. Siamo nessuno tra cielo, vento e ghiaccio. Gli alberi ci fanno compagnia in questo silenzio interrotto solo da un fruscio che, noi novelli Ulisse, scambiamo per il canto di uccelli incantatori, forse solo frutto delle nostre anime inquiete. E' un paesaggio assolutamente intimistico, restiamo in silenzio abbandonandoci ai nostri pensieri, attratti dal magnetico paesaggio glassato. La nostra esplorazione ha una meta: andiamo a vedere come si fa la pesca col buco. Al largo lontano dalla riva uomini, più simili a lupi, imbacuccati con cappelli di pelliccia che coprono le orecchie, ci aspettano per farci assistere a questo speciale genere di pesca col buco, e che buco!. I pescatori seduti sul bordo di un’apertura di un metro per due, aspettano il momento buono per tirare le reti che hanno calato. Quando é il momento con una trojka di cavalli attaccati a una grande slitta, trascinano la rete fuori dall’acqua. Come i pesci toccano il ghiaccio vibrano un istante nell'aria e si surgelano. Ci sono 30° sotto zero. Con i pescatori c'é un cane che s'aggira tra la slitta e la buca, non osa prendere neppure un pesciolino di quelli schizzati a terra, gliene tiro uno e il cane lo prende, non so se per gioco o per papparselo. Ora i pescatori s'allontanano formando uno strano trenino fatto di slitte e carretti sul lago più pulito del mondo. Prima di lasciarci ci offrono del pesce, l'ospite é sacro anche in Siberia. Ci ritroviamo di nuovo soli a guardare il sole che cala trasformandosi in una sfera infuocata. Si smorza il bagliore abbagliante della breve giornata. Aspettiamo l'attimo magico in cui il sole scomparso lascia dietro l'orizzonte uno strascico rosso.
Da Bajkalskaja durante la costruzione della transiberiana i binari della ferrovia passarono per un inverno intero attraverso il lago ghiacciato. Il Baykal é un lago mitico, i russi lo considerano un mare sacro, lo temono e lo rispettano. Un'antica credenza tramanda che chi osasse chiamare il Baykal lago, é destinato ad essere inghiottito dalle sue acque. Gli astronauti russi dall'alto dei cieli hanno potuto contare 1123 immissari e un solo emissario, l'Angarà. Nella canzone “Glorioso mare, sacro Baykal” si parla delle botti di amul, un pesce endemico, molto pregiato ed esportato sotto sale in tutto la Russia. I condannati venivano aiutati a sopravvivere dagli abitanti dei villaggi che lasciando sulle soglie delle izby (le case contadine) una pagnotta e del latte, che loro consumavano notte tempo. Domani il treno della Transiberiana percorrerà 6000 km fino a Mosca attraversando gran parte della Russia addormentata sotto una coltre di neve e ghiaccio e saremo di nuovo a Mosca.