Dopo la lettura del post “Può la Saggezza Venire (anche) dalla Strada? Quanto Vale il Decalogo di Paul Theroux” ? nel quale, ragionamento e pensiero incontrano la cultura del viaggio, sono stata stimolata a rispondere mettendo in moto anche la mia scrittura. La scrittura, nell’epoca dell’intelligenza artificiale, non è più una necessità e diventa un piacere, un modo per riordinare con calma i pensieri dando loro forma e il giusto peso.
L’accezione moderna del viaggio è quella di completare collezioni: di città, di foto scattate in modo compulsivo, di musei visitati, di biglietti strappati.
Il viaggio è mordi e fuggi, è un consumare mete, è ancora una volta performance. Le nostre vite sembrano sempre dover essere sottoposte a verifiche, attraverso i social che valutano la bontà delle nostre esecuzioni e della quantità di esperienze che accumuliamo bulimicamente. Come uscire da questi percorsi affollati e battuti? Cosa significa il Viaggio? Il Viaggio può diventare un momento intimo e di crescita?
Nell'Epoca dell' AI, può la Scrittura diventare Piacere?
Il Viaggio è scegliere di voler incontrare situazioni ignote e talvolta scomode, è non temere di dover trovare soluzioni necessarie, ma è anche concedersi tempi vuoti, liberi, da dedicare alla contemplazione del mondo esterno e del mondo interiore. Il Viaggio deve creare opportunità di conoscenza della relazione con la diversità e della reazione che nasce venendone a contatto.
Nell'Epoca dell AI, può la Scrittura diventare Piacere?
Tenere un diario, sì, per poter ripercorrere i piccoli dettagli che rendono prezioso e arricchente il Viaggio, quegli avvenimenti che, senza la scrittura, cadrebbero nell’oblio, annacquati dalle esperienze più intense. Le letture che accompagnano il Viaggio, unica discrepanza al decalogo di Theroux, devono aiutare a capire, devono far parte del momento, devono favorire curiosità ed esplorazione. Sono la parte teorica dell’esperienza.
Quando si sente l’impellenza di camminare su strade poco conosciute, di mischiarsi con genti nuove, di fidarsi della gentilezza spontanea e disinteressata senza la preoccupazione delle barriere linguistiche, ecco, si è di nuovo pronti a partire, con la disponibilità ad una conoscenza lenta, assecondando la Natura e con l’occhio e il cuore pronto a scorgere le forme sottili del mondo per diventare persone più piene. (testi e foto di Federica Cerpelloni)
