Presentazione

calesse

Sì, viaggiare.

Il successo del genere umano, forse eccessivo, è iniziato quando il primo ominide si è alzato sulle zampe o, meglio, sulle mani posteriori. Da allora è stato un susseguirsi di nuove scoperte, oltre a quella del mal di schiena, e di nuove esplorazioni. L’uomo ha cominciato a percorrere il territorio in lungo e in largo, superando ostacoli che sembravano insormontabili: ha attraversato gli oceani immensi su piroghe leggerissime, andando a colonizzare isolette disperse nel mare e lontanissime tra di loro, trascurando terre più vicine, più sicure e produttive.

Lo spingeva il sacro fuoco della scoperta e della conoscenza, la voglia di vedere luoghi ed esseri diversi da quelli conosciuti. Quello che stupisce è che lo stesso fuoco divori anche i moderni viaggiatori, che potrebbero tranquillamente vedere il mondo intero, tutto esplorato, standosene comodamente seduti davanti ad uno schermo.

Ma il viaggiatore non ama la comodità. Il viaggiatore non è un turista. Il turista consuma il territorio, il viaggiatore lo attraversa e lo interiorizza. Il turista si reca in un luogo per divertirsi, il viaggiatore si muove per conoscere. Il turista cerca luoghi sicuri e comodi, il viaggiatore vuole trovare e sperimentare la diversità a costo di vivere la scomodità. Il turista sceglie una meta da visitare, il viaggiatore viaggia, con qualsiasi mezzo e con qualsiasi tempo, per viaggiare.( testo di Giuseppe Merlin  foto di Giancarlo Molinari)

Il bello del viaggiare da soli di Francesca Di Pietro