La Lunga Marcia, Bernard Ollivier

la lunga marcia a piedi

Bernard Ollivier

La lunga Marcia a piedi verso la Cina

 

"Siamo tutti dinnanzi all'oceano della vita, gli altri vedono soltanto l'immensità delle acque, mentre io scorgo già l'altra riva". Cos'è che spinge un giornalista arrivato all'età della pensione, vedovo e solo, di percorrere a piedi l'itinerario più lungo che si possa immaginare? Perché la Strada della seta, percorsa da Marco Polo e altri, lo attira  come una calamita?

A sessantuno anni parte a piedi, solo con il suo zaino, che oltre essere pieno dei beni di sopravvivenza, è pieno di ottimismo e di paure, di speranze e fiducia, di progetti e aspirazioni, di conoscenza e incertezze. Bernard Ollivier, passo a passo, racconta la sua storia, ma anche la Storia. Descrive paesaggi e persone che incontra, usi e costumi, attrezzi e suppellettili. Il suo animo vagabondo viene sorretto da relazioni e ospitalità e di questo ne parla con analisi da giornalista, da guida turistica e da maestro insegnante. Forse perché viaggiando la sua professione dichiarata è insegnante in pensione per non incorrere in troppo approfondite ...sul suo conto. Porta con sé lungo la strada i suoi pensieri, ma anche la sua allegria; percepisce che in particolari momenti "chi viaggia da solo porta nel suo bagaglio anche la paura". Incontra ladri e terroristi, lui stesso passa per un terrorista e supera indenne prove di poliziotti senza scrupoli o troppo scrupolosi. Ma la sua gioia diventa viva ogni volta che qualcuno vorrebbe camminare con lui o che un bambino gli sorride. Un viaggio verso un noto ignoto, che si legge spesso come un triller con il fiato sospeso in attesa dello sviluppo della trama e la svolta finale del racconto. “Andare a piedi significa esporsi al contatto, quindi alla generosità come alla malvagità. Se ci tenessi a morire nel mio letto, non avrei bisogno di partire”. Parole crude, ma che trasmettono un messaggio profondo. Sono già morti coloro che non intendono staccarsi dal loro letto. Una strana forza interiore che induce a camminare nonostante tutto. Pensi con lui, i suoi pensieri diventano i tuoi e forse compiono il miracolo di farlo per sempre. Bernard Ollivier in “La lunga Marcia" ci dimostra che se ogni grande partenza è piena di piccole depressioni, si è veramente se stessi nello sforzo, nelle avversità nell'eccezionale. Tra i sentieri intricati e sassosi o lungo le strade, deriso dai camionisti, oltre i guadi di ruscelli, febbricitante sui passi caucasici, tra depressioni e ottimismo il pedonauta stoico “relitto d'Oriente” Bernard non ha compiuto l'impresa ha trovato modo di avvicinarsi all'infinito.

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