Visitiamo Cody, nel Wyoming la città dove é nato Buffalo Bill e che porta il suo nome.
E’ ormai sera, ma siamo instancabili, il motel di questa notte é fatto di casette di legno col tetto a capanna. Scopriamo un’ambientazione divertente al limite del kitsch. Sul letto a mo’ di bambola c’é un bufalo di peluche. La sopra coperta é stampata con réclame di antichi rodeo, le tende di stoffa pesante mostrano pistolero in azione. Peccato uscire subito, ma é tardi quindi con la macchina ci avviamo in una zona residenziale di belle villette immerse nel verde. Poi a piedi percorriamo la via principale bella larga: in America non manca certo lo spazio.
Queste cittadine del west sono tutte simili concepite non per essere ammirate ma per essere utili, nessun tentativo di estetica superiore alle necessità. I primi avventurieri cacciatori di pelli o ricercatori d’oro erano scapoli e se non lo erano, che importanza aveva? C’erano donne senza soldi e senza famiglia pronte ad assecondare i bisogni di quegli uomini abbruttiti, abbandonati a se stessi in maggioranza privi di senso della morale. I locali più frequentati erano i bordelli. Così questa città nata dal nulla e nel nulla cominciò a popolarsi. Man mano che procediamo verso il centro di Cody le palazzine di mattoni sono vivacizzate dalle insegne pubblicitarie. Ecco una chiesa che si distingue solo per una croce in facciata. Diversi edifici sono quelli del tempo della corsa all’oro.
Pietra miliare di Cody è l’Irma Hotel costruito nel 1902 da Buffalo Bill che porta il nome della sua figlia più piccola. L’hotel é frequentato da cacciatori, uomini d’affari, visitatori e turisti in viaggio verso il parco di Yellowstone. Durante le serate estive attori pistoleri inscenano sparatorie alla Vecchio West! Ecco un ristorante, ci ricordiamo che abbiamo fame e ci lasciamo attrarre dall’accattivante odore di carne alla brace. Che voglia di bistecca!! si sa che qui sono favolose. Entriamo nel locale assai affollato.
In America i ristoranti per noi italiani sono carissimi, chiediamo di portarci una T-bone che dividiamo in due, per noi é già abbondante. Le cameriere sono gentili e sorridenti. Nell’attesa mi guardo in giro, il saloon é pieno di attrattive, le pareti sono colme di oggetti: quadri, quadretti di rodei, teste-trofeo di poveri bufali e di maestosi cervi, orologi, televisori; quelli non mancano mai. Attira il mio sguardo una coppia impegnatissima ad addentare una enorme bistecca accompagnata da patate fritte. Sul loro tavolo ci sono altri cibi e mi domando come possano mangiare tutta quella roba. Quando la coppia esce ha in mano un pacchetto con gli avanzi.
E’ molto diffusa l’abitudine di portar via il cibo avanzato. Al bancone siedono gli avventori che bevono davanti ad una quantità di bottiglie e di bicchieri impensabile. Il termine bar non poteva che nascere qui, tutti questi banconi sono lunghe sbarre. Chissà chi spolvera in questo locale? Usciamo più che soddisfatti.
Ma che fine ha fatto Buffalo Bill? Troviamo la statua di William Fredrick Cody, in arte Buffalo Bill davanti allo splendido museo “Buffalo Bill Center of the West” dedicato alla storia del west, alla flora e alla fauna dello stato del Wyoming. E’ tardi il museo é chiuso. L’indomani ci piombiamo alle 8 in punto, Buffalo Bill nella sua divisa da cowboy ci aspettava. Vediamo prima la parte storica caratterizzata da foto formato naturale del famoso cacciatore, avventuriero.
Viene tracciata una storia della sua famiglia per raccontare uno stralcio di com’era la vita di una casa benestante nel far west. Ci sono tante belle foto d’epoca, sono ipotizzati ambienti diversi, ci sono carri di pionieri, la carrozza gialla della posta con finti cavalli profilati in cartone. Cody ebbe sette figli. Combatté contro gli indiani, in seguito convinse il capo Sioux Toro Seduto a partecipare al suo show. Fu massone. Quando venne nel 1890 in tournée in Italia con il suo “Selvaggio West”, a Roma, fu ricevuto in Vaticano da papa Leone XIII. Si fece fotografare seduto ai tavolini del caffè Greco. Il giorno prima della sua morte fu battezzato nella cattedrale di Denver. Un personaggio davvero bizzarro, di grande successo. Il museo ha una vasta e bellissima esposizione di flora e di fauna sono ricreati stralci di natura selvaggia con enormi orsi imbalsamati, lupi e alci nel loro ambiente, così realistici da sembrare veri, c’é anche una famiglia di bisonti, in un’animazione accattivante nella sua immobilità.
