Targu Jiu, astratto incontro con C. Brancusi

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Attratti dalla fama di uno dei figli più illustri della Romania andiamo a Targu Jiu per conoscere le opere di Constantin Brancusi.

In Romania l'architettura delle periferie non ha fatto in tempo a rielaborare il retaggio austro-ungarico, e non ha saputo far tesoro delle novità artistiche della rivoluzione russa; le sue periferie sono ancora più squallide di quelle sovietiche e i materiali dell'edilizia perfino più scadenti. L’unica caratteristica tipica rumena è rintracciabile nella forma arrotondata di balconi e torri inserite nei casermoni che richiamano le forme originali dei loro castelli transilvani. Su tutti i percorsi abbiamo visto villette dalle fogge più varie molte delle quali ispirate ai monasteri della Bucovina. Viaggiamo alla ricerca di emozioni e di conoscenze. Attratti dalla fama di uno dei figli più illustri della Romania andiamo a Targu Jiu, per conoscere le opere che Constantin Brancusi, ha lasciato al suo Paese, dopo aforismidiviaggio 662 Targu Jiuaver raggiunto a Parigi una fama imperitura, in quella città dove era arrivato a piedi all’età di 28 anni. In Romania tornò nel 1937 ormai affermato artista dell’astrattismo per realizzare il complesso scultoreo che stiamo per visitare. Entriamo quindi nel giardino pubblico della città passando sotto l’arco della Porta del Bacio. Qui l’artista ha raggiunto il massimo dell’astrazione iniziata con la semplificazione della scultura Il bacio (v. titolo) realizzando la fusione dei corpi e dei volti diventati un cerchio. Percorriamo il viale che porta dritto alla riva del fiume Jiu, aforismidiviaggio targu jiuai suoi lati sono disposti sgabelli di pietra a forma di clessidra riuniti a tre alla volta, in totale sono 12 per lato: chiude il viale un tavolo di pietra tondo con 12 sedili-clessidra detto la Mensa del Silenzio. Al di là della balaustra scorre il fiume eclissato per tutto il percorso fino alla sponda. Il giardino é dedicato ai caduti della grande guerra. Penso che tutti quei 12 e le clessidre siano un esplicito riferimento al tempo. Un’astrazione che assume per me un significato inequivocabile: l’arco d’ingresso simbolizza il bacio d’addio, lungo il viale il tempo scorre, se però si ribaltano le clessidre il tempo riparte da capo, il tavolo tondo circondato da 12 sedili-clessidra è per il giudizio finale. La speranza è sparita, tutto è finito, tutto è silenzio, l’ultima cena è servita. La vista affonda nel fiume. Questa è la mia personale interpretazione di questo luogo unico di commuovente suggestione. L’eccezionalità del grande artista prosegue: il viale del giardino è in asse con la chiesa dei santi Apostoli Pietro e Paolo sulla piazza centrale, di fronte al Municipio, gli edifici più vecchi della vivace cittadina. Il viale aforismidiviaggio 629 Targu Jiu colonnaprincipale (chiuso al traffico) è un pergolato con fontane e sculture moderne, uno spazio pubblico d’incontro pieno di gente che chiacchiera sulle panchine sorvegliando i bambini che giocano. Le specificità di Targu Jui non sono finite, due chilometri oltre il giardino e ancora una volta in asse con questo, c’è un altro parco al cui centro si alza la colonna infinita di Brancusi ispirata al “pilastro del cielo”, la colonna di legno della balconata a galleria tipica della casa rumena, quell’elemento rurale, simbolo del mondo contadino dell’infanzia di Brancusi. Capitare davanti alla colonna infinita all’ora del crepuscolo con il sole che scorre su quella superficie illuminata dai bagliori del sole, è un’emozione inattesa. Lo sfolgorio dorato degli elementi di ferro battuto ricoperto di rame che la compongono variano a seconda del punto d'osservazione, il suo isolamento al centro di un grande prato verde, fanno di questa colonna il pilastro che unisce cielo e terra rigenerando il mistero della vita.

Lasciamo Targu Jiu la mattina presto attraversando la bella campagna rumena. A Timisoara non ci fermiamo terrorizzati da una squallida periferia industriale spersonalizzata dalla complicità di noi italiani: alcuni industriali hanno trasferito qui le loro industrie. Non andiamo in centro anche se sappiamo che potrebbe valer la pena, ma proseguiamo alla volta di Arad, la città dove è cominciato il nostro giro della Romania. aforismidiviaggio 4504 Arad chiesaArad è una città strana, dall’architettura monumentale, neoclassica, fu un’importante città ungherese sotto l'impero austro-ungarico. Al primo sguardo mi è sembrata caotica, indefinita, poco interessante, poi in parte mi ricredo, senza però provare emozione. Due piazze si succedono l'una all'altra, in realtà sono due vasti viali. Una cattedrale neo classica gigantesca, un teatro neoclassico bianco, un municipio severo. Il monumento del re a cavallo segue lo schema classico di una città europea del XIX secolo. La sua unica vivacità è dovuta all'elevato numero di studenti; infatti la città è inserita nel programma universitario di mobilità studentesca della Comunità Europea denominato Erasmus.

aforismidiviaggio 4506 Arad municipio

Il tempo della nostra vacanza sta per scadere, la mattina seguente lasciamo Arad, attraversiamo in un lampo l’Ungheria ed entriamo in Slovenia, ci fermiamo a Lubiana diventata un splendida e vivace città. Riprendiamo la strada correndo senza sosta verso casa: la vacanza è finita.   (Testi e foto di Gabriella Pittari)

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