Romania, il mondo silvestre di Maramures

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Romania, il mondo silvestre di Maramures

Maramures, la terra dei giganti, un mondo silvestre, isolato, di difficile accesso.

Maramures

In direzione nord attraverso una tortuosa strada a tornanti, come una ferita nel paesaggio, entriamo e usciamo da boschi e foreste di faggi, querce, noccioli, sui 1000 m; più in alto pini e larici, così fitti da far buio. Quasi si penetra nell’umidità di una nuvola, una nebbia aromatica che accentua l’atmosfera di mistero, un approccio a un mondo silvestre, isolato, di difficile accesso: é il Maramures, la terra dei giganti, questo è il significato del termine di questa terra “incognita” al confine dell’Ucraina. Qui i piccoli borghi diventano luoghi chiusi in se stessi. Si è soli ad esplorare questo mondo, una solitudine favorita dal traffico di auto quasi inesistente. La strada lentamente scende verso valli più ampie e si anima di orti pieni di alberi da frutta “liberi”, tra campi coltivati. Si capisce che qui la produzione alimentare è familiare, i contadini scambiano i loro prodotti nei piccoli mercati locali. Le cime dei Carpazi circondano a distanza le vallate in un paesaggio tranquillo. Il primo paese che s’incontra è Sapanta ed è lo stupore a cogliere il viandante. Qui aforismidiviaggio Cimitero Sapanta2l’artista Ion Stan Patras ha avuto più estro degli altri ed ha fatto diventare il piccolo cimitero locale una Spoon River della scultura di legno senza tralasciare la poesia, anche se qui non c’é un cantore come De André a tramandarla. E’ stato creato il cimitero allegro dove tutte le lapidi, già più di 800, sono un inno gioioso alla morte vista come riposo eterno. Un tettuccio triangolare protegge la croce sulla tavoletta dipinta. Le lapidi ci raccontano con un’immagine “fotografica” naif, vita, morte e miracoli dei sepolti, rappresentati in abiti tradizionali, intenti alle proprie attività quotidiane. Sulle tavole-lapidi in legno di quercia, dipinte di blu, si può leggere una piccola poesia, un epitaffio in versi di doina (il canto popolare romeno) che illustra le qualità del defunto. Ci sono brevi racconti tristi, anche dolorosi di vite spezzate, di sentimenti forti e amari, altri allegri o spiritosi. Nelle diverse occasioni tutto il paese si riunisce nella chiesa di legno circondata da queste celestiali tavolette. Vivi e morti si ritrovano in un’assemblea corale, i vivi si scambiano impressioni o consigli, sperando nell’approvazione spirituale dei morti. Tutte le donne coprono la testa col fazzoletto, non quello della chiesa ma quello di tutti i giorni, perché a Sapanta, ma in quasi tutta la Romania le donne non escono di casa senza il fazzoletto in testa. La fama del cimitero allegro s’é sparsa a livello mondiale tanto che al Simposio dei Monumenti Funerari tenuto in America nel 1998 Sapanta ha preso il primo posto in Europa, il secondo nel mondo, solo dopo la Valle dei Re in Egitto.

  aforismidiviaggio Transilvania stradaSeguendo il corso del piccolo Iza, si vedono i contadini al lavoro ancora con strumenti “antichi” vanghe, rastrelli, zappe, arrivano sui campi con carretti di legno trainati da uno o due cavalli, alzano i covoni all’antica e vanno a rivoltare il fieno per farlo asciugare. Villaggi di case basse si profilano lungo il percorso, alcune hanno balconate ad archi bizantineggianti, ispirati all’architettura religiosa, molte sono nuove forse frutto del lavoro all’estero di emigranti. Tutte le case hanno un pozzo. Sono di gusto non ben definito ed hanno cancelli di ferro arzigogolati. Riprendiamo la strada lungo il fiume Iza. Le chiese dei villaggi contornate dal cimitero sono di legno, diverse da quelle da noi conosciute, hanno campanili come lance con l’impugnatura infilzata nel terreno e la lama appuntita rivolta al cielo come per forarlo a dissipare le nubi. Al monastero femminile di Barsana in una valle incantata vediamo alcune di questeaforismidiviaggio Barsana monastero chiese riunite in un insieme paesaggistico di spettacolare bellezza. Il complesso monastico é restaurato di recente ed é un campionario di stili del Maramures con case a tetti spioventi ricoperti di fitte scandole lignee, simili a squame di serpente. Le grandi case rurali dai tetti molto spioventi sono particolari, hanno una galleria ad archi che gira tutt’attorno arricchita con vasi di fiori di vivaci colori appesi tra le arcate. Le monache s’aggirano per le loro occupazioni, sono belle signore alte ed eleganti, vestite di nero. L’insieme éun colpo d’occhio indimenticabile. Entriamo nella Bucovina famosa per i suoi monasteri-fortezza sorti sotto il principato di Stefano il Grande (1457-1504). I tetti di alcune chiese hanno la forma di una barca rovesciata; protegge gli affreschi dalle intemperie, ma fa pensare a vascelli abbandonati in balia della storia. Principi e voivoda innalzavano questi gioiellini ortodossi al centro di alte mura fortificate, baluardi contro i turchi e i cattolici polacchi. Lungo il perimetro delle mura si trovavano i depositi di cibo e le celle dei monaci, raggiungibili con scale di legno esterne assai decorative. La chiesa era al centro perché i suoi racconti religiosi e storici dovevano essere visibile a tutti. Le immagini di santi e prelati sono rigide d’impronta bizantina spesso di popolari pittori locali, solo raramente erano di famosi monaci del monte Athos. Sulla facciata d’ingresso é rappresentato il Giudizio Universale, colpisce l’inferno visto come una lingua infuocata, un imbuto dove i peccatori precipitano: capace d’incutere una terribile paura ai contadini analfabeti. Tra i monasteri più belli con queste aforismidiviaggio Romania monasterocaratteristiche visitiamo Sucevita dalle mura quadrangolari. Qui l’arte bizantina si fonde con quella gotica. All’esterno della chiesa sulla parete nord un’incredibile simmetria forma un triangolo pieno di angeli dalle ali rosse, rappresenta l’ordine contro il caos di chi precipita negli inferi in un disordine “caotico”. Entrare in queste chiese provoca un guizzo della vista, dominano il celeste e l’oro su pareti completamente affrescate. Cerco di districarmi, di individuare una successione di eventi, ma forse non é così che si deve procedere. Sulla parete interna dell’ingresso il principe Movila sfila in processione con moglie e figli, lui ha in mano il modellino della chiesa, sono vestiti in abiti preziosi damascati e dorati, indossano corone d’oro, tutte uguali. I temi pittorici si ripetono anche in altre chiese mentre l’architettura sfoggia suggestive varianti soprattutto nei campanili. Sulla chiesa del monastero femminile di Moldovita ammiro curiosa l’assedio di Costantinopoli con tanto di cannoni e una realistica processione di icone. Si distinguono i turchi dai loro vistosi turbanti. Sulla parete sud è fantastico l’albero di Jesse con i personaggi inseriti in un cerchio di foglie d’acanto come se fossero nati adulti dentro un cavolo, per non smentire la leggenda popolare. (Testi e foto Gabriella Pittari)

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