San Pietroburgo

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San Pietroburgo, dove iniziò la storia moderna

 Piter, come la chiamano affettuosamente i suoi abitanti, è la città più orizzontale che esista.

I profili delle costruzioni finiscono per confondersi nelle acque della grande Neva come inghiottiti dalle onde che sembrano trascinare i palazzi nella corrente del fiume fino al Baltico: per farli sparire poi definitivamente nei suoi vortici. Questa visione, che può sembrare apocalittica, era molto diffusa ai tempi di Pietro I il Grande, fondatore “miscredente” della città. All’epoca si pensava che Pietro avrebbe portato tutta la Russia allo sfascio, perchè Lui aveva osato sfidare una natura “perfida” facendo sorgere incredibili palazzi da fetidi acquitrini, gelati per la maggior parte dell’anno. Fondata nel 1703 sarà la città più amata e la più odiata dai letterati e dagli intellettuali della Grande Madre Russia. Pushkin, fra tutti, che racconta ne Il cavaliere di bronzo il suo amore-odio per la città. Così la capitale nordica della868-San Pietroburgo 1 Russia, nata sulle sponde del Baltico, diventa la più aristocratica del Regno. Pietro trasferì, con la forza, tutti i nobili di Mosca nella città nuova, creando il primo nucleo della futura capitale, sottomettendo la natura e sconfiggendo la profezia; ebbe così inizio la Storia Moderna. La prima costruzione non poteva che essere militare: la Fortezza di Pietro e Paolo. Interrompe l’orizzonte acquoso con la guglia dorata della cattedrale. Pur non avendo nulla di russo, neppure l’iconostasi, essa splende di ori; sarà mausoleo degli zar a partire da Pietro I, fino all’ultimo zar Nicola II, ucciso a Ekaterinburg con tutta la famiglia. A sfidare quella guglia, dall’altra sponda della Grande Neva, si alza la guglia dell’Ammiragliato. San Pietroburgo è una città militare, marinara. L’aristocrazia non si cibava solo di bellezze architettoniche, aveva bisogno anche delle altre arti, della letteratura, della musica, della scienza. Negli acquitrini canalizzati cominciarono a sorgere magnifici palazzi, vere regge. Pietro il Grande non era un fine diplomatico, era un uomo d’azione. Amava l’arte d’istinto. Il suo palazzo realizzato dall’architetto Trezzini é piccolo e delizioso. Il giardino d’estate che circonda la “casa” dello zar, é pieno di statue neoclassiche che lo rendono più importante dell’abitazione. Un giardino che mostra sul lato del canale Fontanka, una strepitosa cancellata che gli americani avrebbero voluto comprare a fine guerra. Col tempo la città s’arricchì di palazzi bellissimi. I proprietari si sfidavano a mostrare la loro ricchezza, ma soprattutto il loro buon gusto. Vivevano una vita salottiera spensierata, tra musica e letture. Sul lato ovest del fiume scorre la successione di molte loro preziose dimore. In questa capitale circolavano idee e s’incontravano diverse culture. Pietro aveva fondato l’Accademia delle Scienza e mandava studiosi e scienziati in giro per la Russia ad esplorare il territorio sia a scopo di conquista, che per conoscenza, per classificare e conoscere flora e fauna del Paese. Caterina II, anche lei la Grande, era tedesca, di cultura europea, s’interessava alle arti. Nella sua reggia, al centro della città, raccolse, forse per sfida alla Francia, una collezione di opere d’arte, soprattutto quadri, che sta alla pari del Louvre di Parigi.

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Ora l’Ermitage occupa cinque palazzi che, visti dalla Neva, sono una magica successione di regge “degne di una regina” (si direbbe nelle fiabe). l’Ermitage potrebbe essere goduto con un giro virtuale vedendo il bel film di Aleksandr Prokurov L’arca russa. Gli stili architettonici a San Pietroburgo sono ben distinguibili. Con i palazzi di colore giallo “sole della speranza” ( in una città buia per la maggior parte dell’anno) si entra nell’era neoclassica con il suo principale artefice: l’italiano Carlo Rossi. Due modi di concepire l’architettura si fronteggiano in perfetta armonia sulla piazza dei Palazzi: il sobrio, severo e mastodontico Palazzo dello Stato Maggiore di Carlo Rossi 0105-San Pietroburgo 1guarda in faccia il Palazzo d’Inverno (l’Ermitage), la reggia barocca del Rastrelli, elegante, ricca di fronzoli come i vasi ornamentali sul suo cornicione. Rossi, il “nostro” architetto naturalizzato russo, ha potuto creare una via intera di palazzi importanti, rigidamente gialli, (uno dei quali è la scuola di ballo del Bolshoj) chiusa dall’edificio del teatro Marijnskij che dà alla via l’aspetto di una quinta teatrale. Tutte le misure della strada e dei palazzi sono studiate per valorizzare la simmetria delle proporzioni; il risultato è, un tono regale arricchito dal bianco delle colonne. Che dire della piazza delle Arti. Il Museo Russo è un palazzo meraviglioso che ora contiene la collezione dell’arte russa. Nel centro della piazza il monumento al poeta Pushkin, guarda ai lati la Filarmonica Shostakovich, di fronte il teatro Musorgskij, inquadrano altre simmetrie: una Parigi ingigantita e nordica, se vogliamo, ma decisamente più severa. La città esplorata finora ha identificato un luogo unico, come unica é la sua storia passata e quella che diventerà la sua storia futura.