Hangzhou (Cina), l'altra metà del Paradiso

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Hangzhou è sull’acqua di un lago, il Lago dell’Ovest: la leggenda dice che a generarlo fu una perla caduta dalla Via Lattea.

Qui è indispensabile venire in primavera o in autunno se si vuole apprezzare una località piena di fascino, caricata dalla natura di colori e profumi.  La città nuova è molto cambiata, ma quella vecchia è rimasta come un fazzoletto di quadrati all’interno di una pianta sconvolta dalla modernità. Tutte le vecchie strade interne, sono bordate di platani e molti cinesi le percorrono ancora in bicicletta. Hangzhou come Suzhou è anche lei una città antica. Fu una delle sette capitali della Cina nel X secolo ed è attraversata dallo Yangze Kiang (Il fiume Azzurro). Fiume e lago fanno di questa località uno deihangzhou4 più apprezzati paesaggi della Cina, fonte d’ispirazione di poeti e pittori paesaggisti. Per noi occidentali è difficile capire l’epoca di queste costruzioni, ci sembrano tutte simili; i canoni architettonici cinesi erano molto diversi dai nostri, per questo non ci districhiamo tra le minime differenze di un padiglione del X secolo piuttosto che uno del XVIII, meno difficile è capire le pagode. Il lago è diviso in tre parti, ed è attraversato da un lungo ponte bordato di pruni e salici piangenti che creano subito un’atmosfera romantica, accentuata dalla nebbiolina che si condensa al mattino presto, stendendo un velo di mistero che percorre il lago. Essendo stata capitate del regno di Wuyue è facile immaginare che qualche personaggio della corte vi abbia fondato un giardino con padiglioni adatti alla meditazione. Là dove i giardini di Suzhou sono piccoli e raccolti, più familiari, questi giardini sono estesi e dovuti sicuramente ad un ceto più benestante. Nonostante la superiorità culturale degli abitanti di Hangzhou in epoca storica, a vincere è sempre stata la superstizione. Ci sono ponti a zig-zag, fatti per disorientare gli spiriti, per entrare nei padiglioni, c’è sempre un ostacolo da superare, le porte d’ingresso non corrispondono al centro della stanza per far inciampare gli spiriti maligni, e allontanarli. Nel lago vivono intere popolazioni di pesci rossi tanto da tingerne l’acqua; sono iper-alimentati dai visitatori che li vedono come un simbolo d’abbondanza e prosperità.  Percorrendo la passeggiata nella galleria che gira intorno al lago, sembrerà di essere in una galleria d’arte, i quadri si materializzano su due lati, la cornice è il muro forato con diverse forme, il paesaggio però è vero, è vivo, e si trasforma secondo le stagioni; una finezza incredibile, una vera “cineseria”. Per completare l’insieme bisogna inserire la “pagoda delle sei armonie” che con la sua forma esagonale e il suo colore porpora -il colore della stella polare per i cinesi- domina dall’alto di una collina un lato della vista. Lancia nell’aria dalle sue 104 campanelle appese ad ogni angolo, un suono argentino. hangzhou3Dall’alto guardando in basso nel lago, la pagoda sembra tuffata in una pozza di giganteschi fiori di loto. Sia la pagoda che i fiori di loto sono elementi religiosi buddisti che mettono “in armonia” l’uomo con la natura e il suo spirito filosofico. Non lontano dal centro, sulle colline splendenti manti verdi disegnano onde bombate: siamo in quella che fu la comune del the, ora una estesa coltivazione di the verde, tra i più pregiati di Cina. Con la loro poetica fantasia, gli addetti alla vendita ci descrivono le foglioline come due braccia che stringono un piccolo cuore. In questa zona nessuno è afflitto dal cancro; il posto è così bello che vorremmo crederci, ma la situazione è così cambiata da quando andai la prima volta, che qualche dubbio mi rimane. Immersi nel benessere di un pensiero “superiore” lasciamo le sponde del lago mentre invisibili fate, sovrappongono veli di stemperate sfumature rosate ad un cielo saturo di striature. Il sole sta calando per far posto alla luna.

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